Centinaia di comuni italiani hanno approvato ordinanze anti-Rom, vietando esplicitamente lo stazionamento, la sosta e lo scarico di rifiuti da parte di camper, roulotte e veicoli attrezzati per uso abitativo sul territorio municipale. Nel caso di violazioni, le ordinanze prevedono la rimozione forzata dei veicoli e la loro custodia a spese dei proprietari, oltre a pesanti sanzioni amministrative. Le ordinanze anti-Rom costringono tante famiglie a una perpetua odissea, sempre in cerca di uno spazio vitale in cui fermarsi.
Tali documenti discriminatori si pongono in antitesi con quanto prescrivono le Nazioni Unite e l'Unione europea, che hanno approvato risoluzioni e raccomandazioni a difesa del diritto alla sosta e alla protezione sociale per le famiglie itineranti. Diverse sentenze della Corte europea dei diritti umani sanciscono il diritto delle comunità itineranti (per scelta o per causa di forza maggiore, non fa differenza) ad insediarsi stabilmente per un certo periodo dell’anno in modo da consentire ai figli di frequentare la scuola. È di grande importanza, inoltre, non dimenticare che ciascuna delle persone allontanate dai luoghi di fortuna in cui si ripara vanta un diritto inalienabile alla casa e a protezione socio-sanitaria, diritto che uno sgombero repentino cancella in violazione di quanto prevedono le leggi nazionali e le Carte internazionali sui diritti dell'uomo.
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