Volontè (UdC): «La Cassazione è da chiudere» sostiene «per palese contraddizione di decisioni. Come è possibile che sia credibile chi dà il via libera al 'vaffan...' e invece sanziona il termine azzeccagarbugli? Maleducazione lecita e Manzoni sconveniente?».
Alcuni avvocati sostengono che (secolo che vai, costumi che trovi) chi si avventura nella rete, deve esser pronto a sentirsene dire di tutti i colori. E non possiamo pensare di intasare il corso della giustizia con la miriade di cause che nascerebbero da parte di chi, forse, ha sbagliato secolo.
“Scontro Bersani-Grillo: è necessario porre un limite agli insulti via web?” Questo è il quesito che il Corriere della sera ha posto in questi giorni ai lettori, per un sondaggio.
Risposta possibile: SÌ o NO, senza possibilità di distinguo.
Finora, con una maggioranza schiacciante, circa l’80%, i lettori hanno risposto con un NO.
Tutti favorevoli all’insulto? Certamente no. Forse tutti costretti dal buon senso a scegliere la risposta che prende atto dell’evoluzione del linguaggio e, soprattutto, dell’impossibilità di scrivere, usando un bilancino linguistico, l’elenco delle parole (insulti) ammissibili. Anche se lo si scrivesse, come la metteremmo con la nostra meravigliosa lingua, così ricca di sfumature e sinonimi?
Personalmente avrei posto il problema in questi altri termini: “È praticabile porre un limite agli insulti scritti?” In tal caso, la mia risposta sarebbe stata più veloce: assolutamente no!
Il quesito posto dal Corriere è di particolare attualità e utilità.
Infatti, tolti alcuni avvocati che pensano al proprio lavoro e a quello dei colleghi e per i quali sarebbe una manna cavillare, retribuiti, su un Bilancino Linguistico Cencelli dell’insulto, ritengo che tutte le persone di buon senso dovrebbero arrendersi di fronte all’impraticabilità della “censura” dai limiti indefinibili e da aggiornare, tra l’altro, in continuazione.
Con tale manuale in mano agli avvocati, ci si trasformerebbe in una nazione con la Giustizia ulteriormente rallentata da processi da filmare e trasmettere in TV per il sollazzo degli spettatori…
Senza contare che si può insultare alla grande, ma con stile e originalità, senza usare parolacce.
E allora che facciamo? Un altro Bilancino Cencelli del pensiero e dell’immagine evocata?
Prendiamo ad esempio proprio gli ultimi insulti di Grillo a Bersani che han fatto, non a caso, scattare questo sondaggio. Grillo ha scritto che Bersani è uno zombie, un fallito.
Con tutt’altra classe e umorismo Benigni, rivolgendosi a Bersani, gli ha detto: “Bersani! Alzati e cammina!” Dandogli del morto che lui tenta (con quante speranze?) di resuscitare, di fatto lo ha insultato ancora di più… Un fallito, con un po’ di fortuna, può riprendersi, ma un cadavere…
Forse quest’esempio indica la strada obbligata per prevedere come finirà la questione querela sì-querela no. Gli insulti via web sono destinati a non poter essere oggetto da trattare in tribunale tolti, ovviamente, quelli che costituiscono calunnia, che accusano cioè falsamente di aver commesso fatti e di cui quindi è possibile dimostrare l’infondatezza. Penso che tutti abbiano e abbiamo cose più importanti di cui occuparci. E modi migliori di spendere e far spendere soldi.
La gravità e la volgarità dell’insulto ricadranno a caratterizzare l’autore o il suo umore momentaneo.
Grillo è stato volgare e pesante, Benigni ha divertito, come al solito, con la sua leggerezza e il suo sorriso, mentre esprimeva lo stesso concetto.
I loro insulti ci fanno dire che Grillo è un grezzo e Benigni un artista.
Paolo Diodati