Ecco di seguito la recensione del libro oggetto dell'ultimo indovinello letterario di questa rubrica, sperando di fare cosa gradita a Isadora e a quanti, come lei, apprezzino qualche suggerimento di lettura.
Ma che bel libro ha scritto questo Michel Faber!
Insieme a lui il lettore entra letteralmente nella vicenda di Sugar, prostituta dalle mirabilanti prestazioni nella Londra di fine Ottocento. Tutti parlano di lei, tra i vicoli infami di una città in cui dilaga la piaga della prostituzione, insieme a quella della miseria più cupa; non sono solo le accuratissime descrizioni di luoghi, odori, abitudini, vestiario ad accompagnarci nel romanzo come se davvero camminassimo per Silver Street o Notting Hill. È l’acuta sensibilità dell’autore – classe 1960, vent’anni di ricerche e dieci per la stesura del libro – a centrare veramente il bersaglio.
La bellissima protagonista ci appare come una giovane donna volitiva, temprata dalle brutture della vita (iniziata alla prostituzione all’età di tredici anni dalla stessa madre…), decisa più che mai a riscattarsi in qualche modo, senz’altro anche attraverso la cultura, sfruttando al massimo la propria curiosità, la voglia di conoscere, di ampliare i propri orizzonti e decidere per sé un destino meno ingrato.
Così Sugar si imbatterà in William Rackham, rampollo inconcludente di una ricca famiglia di industriali nel campo della profumeria, dalle velleità letterarie, dedito a gozzovigliare e incapace di assumere una chiara posizione nei confronti del suo futuro, del lavoro e della famiglia. Sposato ad Agnes, donna gravemente malata, considerata invece semplicemente pazza, e con una figlia che vive nella sua stessa casa quasi in clandestinità, poiché non accettata dalla madre, William troverà in Sugar la spinta vitale, una sferzata di passione travolgente che si realizzerà non solo sotto l’aspetto sensuale, ma anche intellettivo. Insieme a lei, che inizialmente per mero calcolo deciderà di dedicarsi interamente a lui e piano piano saprà insinuarsi nella sua vita, William compirà il grande salto, una vera metamorfosi e da uomo imbelle e poco considerato da sé e dagli altri assurgerà ai successi mondani.
E di Sugar, che ne sarà?
Lascio a voi, lettori che vorrete immergervi in questa lettura e nella sfida temeraria delle quasi mille pagine del libro, il piacere di saperlo. Vedrete, ne sarete conquistati per i personaggi ben delineati, le ricostruzioni, il linguaggio accattivante e discorsivo. Naturalmente la materia è molto hard, un critico del Time ha recensito che questo libro è ancora meglio del sesso. Questo giudicatelo voi, con un ultimo avvertimento: da Il petalo cremisi, che è un testo scritto veramente al femminile, gli uomini escono piuttosto male. L’ironia dell’autore ha concesso a Sugar la vittoria più grande!
Annagloria Del Piano
Michel Faber, Il petalo cremisi e il bianco
Einaudi Tascabili 2005, pagg. 985, € 12,00