i poeti sì, quelli li rileggo
sillabandone suoni e parole
li abbraccio, li derubo delle scintille di fuoco
dalla penna che s’incendia
i poeti li spoglio
piano, ne sbottono l’anima
ne bevo i sospiri
i poeti aprono gli occhi
al giorno,
vaganti comete
rubano alla notte
l’aritmia del sogno,
svaniscono mentre ne cerco il corpo
per risentire la poesia, la mia, quella che
non rileggo mai
… ma ricorda…
se mai un giorno cercassi anche remota l’eco
di un suono emesso
dal mio arco solo di sua incertezza esperto
non provare lontano
dalla tua nota carne
ché il mio sospiro
lo troverai tiepido ancora dentro
le pieghe esposte
della tua veste
scomposta
e allora
saprai dal mio odore
il rotondo sapore della tua vera consolazione
e dei miei occhi saprai
la luce rapida che come un guizzo
nel mare
ha attraversato il tuo sguardo e
- dopo il sole sfacciato
del meridiano pungolo
a Pan consacrato -
infine - pace - quell’ombra cara
che resta all’amore fatto col corpo della parola
e con ogni silenzio poi rifondato: e consumato
torna la poesia a consolare il mantra
del tuo abbandono civettando con i versi
come fossero labbra d’uomo
mi scompongo senza fine
nelle sillabe del mio nome
che raramente l’amore intona
nello scompiglio quieto
ossimoro di vita
sono dissolvenza
non rispondo alla dissolvenza
non tocco limiti che vanificano altrove
non amo se non quello che stupro
per poi neanche piangere
tutto uno scritto su noi in un giorno di dolore e rabbia.
è morto mio padre.
18 giugno 2010
sei pane che cuoce sotto la cenere
sconsacrata ostia di Grazia che la pioggia
incessante benedice
il dolore non parla
scorre impenitente nel sangue
cambiandone il colore
non c'è resa nel pianto
Margherita Gadenz, Patrizia Garofalo, Nina Nasilli
Oasi criptate
(EIF Edizioni Il Foglio, 2012)