Massimo Campo. Cuba. Piccoli orrori quotidiani Con video di Yoani Sánchez
Il precedente caso, durante una celebrazione del Papa in visita a Cuba
20 Agosto 2012
Talvolta ci lasciamo prendere la mano e ci raccontiamo le diverse Cuba, che esistono o che vorremmo.
Parliamo di storia. Della crisi dei missili, della dissidenza.
Degli artisti fuggiti che in esilio vengono uccisi ogni giorno.
Non con il piombo. Con la distanza e il dolore.
Parliamo di una Cuba che ha costruito una società diversa, o che ha tentato di farlo, mediando tristemente tra libertà individuali e diritti dei molti.
Nella mia esperienza, piccola o grande che sia, non ho mai trovato dei filocastristi così ferocemente ideologizzati come due ben distinte categorie di persone:
- Cubani che non vivono più a Cuba (ma che hanno diritto di entrare e uscire a loro piacimento);
- Italiani che per convinzione politica si dicono castristi, ma che non lasciano i diritti civili della nostra imperfetta Italia.
Questo filmato, postato da Yoani Sánchez, è del 14 agosto.
La scena è semplice e amara al tempo stesso.
Un ragazzo che grida Abbasso Fidel.
E che nel giro di una manciata di secondi viene bloccato dalla polizia e arrestato.
Quello che mi ha colpito non è la situazione, che so essere molto consueta a Cuba.
La polizia arresta immediatamente chi esprime in piazza opinioni politiche non organiche al regime.
Quello che mi ha colpito è il contenuto delle parole del ragazzo.
Un semplice Abbasso Fidel!
Urlato con tutto il coraggio che aveva nel cuore.
Abbasso Fidel urlato come un mantra impronunciabile.
Se accadesse in un paese civile, se un uomo gridasse in piazza Abbasso Monti oppure Abbasso Hollande, Abbasso Merkel...
Non accadrebbe nulla.
Si cercherebbe di capire. Magari ci si farebbe una risata.