Nelle scorse settimane i mass media si sono occupati della questione degli abbattimenti selettivi, in particolare dei caprioli di Alessandria. Vogliamo porre alcune considerazioni in merito a ciò.
Innanzitutto va detto che la situazione va affrontata in modo scientifico e serio, cosa che non è mai avvenuta. La Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva afferma che si potrebbero utilizzare metodi di sterilizzazione preventiva, per esempio tramite l’impianto sottocutaneo di un ormone attivo (deslorelin) a lenta diffusione che provoca soppressione dei comportamenti sessuali per lunghi periodi e comunque reversibile. Andrebbero anche vietati l'allevamento e immissione nel territorio di questi animali a opera dei cacciatori; generalmente, ogni anno, c’è l’immissione nell’ambiente di migliaia di animali.
Riguardo ai motivi degli abbattimenti, il principale è che questi animali provocherebbero degli incidenti stradali, ma vorremmo ricordare anche che gli incidenti con gli ungulati sono molto più frequenti nei periodi di caccia che nel resto dell'anno. Per cui non si dovrebbero colpevolizzare sempre e solo gli animali ma analizzare tutti gli aspetti della situazione.
Eticamente questi abbattimenti sono ripugnanti: «Non solo si tratta di uccidere animali sani, fatto già di per sé impensabile, ma addirittura di mettere nel mirino cuccioli e madri in attesa», ha commentato Giovanni Pallotti, coordinatore regionale Enpa Piemonte.
Sappiamo che purtroppo questi abbattimenti sono stati pianificati un po’ in tutta Italia, si tratta di un affare lucroso, per accontentare la potente lobby dei cacciatori; se così non fosse ci chiediamo come mai non vengano applicate le norme vigenti, attuando le misure non violente.
LEAL – Sezione di Sondrio
(da 'l Gazetin, settembre 2006)