Ieri mattina, giusto prima dell'udienza in Corte d'Appello conclusa con il “saluto” a Costanzo confermato ineleggibile a Consigliere regionale, in un'aula dello stesso piano del Palazzo di Giustizia di Milano, alla IV Sezione penale del Tribunale, si è tenuta l'udienza del processo per diffamazione nei confronti dei radicali (per la vicenda “firme false”) a carico di Roberto Formigoni. Già l'accostamento di questi nodi che vengono pian piano (e forse è proprio questa lentezza che fa comunque disperare sull'efficacia della giustizia) al pettine la dice lunga sul reale “stato di salute istituzionale” della tanto osannata Regione Lombardia.
Nell'udienza di ieri requisitoria e conclusioni del pm, Mauro Clerici, che ha chiesto un anno di reclusione e 500 euro di multa per Formigoni, e l'arringa delle parti civili (Marco Pannella, Marco Cappato e Lorenzo Lipparini in nome di radicali e Lista Bonino – Pannella) rappresentate dall'avvocato Giuseppe Rossodivita nella quale, condividendo le richieste conclusionali, viene quantificato in € 200.000 il risarcimento dei danni morali. Fissate per settembre l'arringa della difesa, poi eventuali repliche e conclusione già a calendario per il 4 ottobre.
Stizzita e nervosa la reazione del presidente Formigoni, che non ha presenziato all'udienza ma ha subito commentato che le cose della politica dovrebbero stare fuori dalla giustizia. Precisamente «Le polemiche tra politici sono sempre state giudicate insindacabili» ha infatti dichiarato nel primo pomeriggio.
«Il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni», gli hanno subito replicato Cappato e Lipparini, «evidentemente non comprende la differenza tra polemica politica e crimine, cioè non distingue tra il confronto di opinioni e l'accusa di aver commesso reati gravissimi». E hanno concluso:«L'unica cosa scandalosa dell'intera vicenda è che, a due anni e mezzo dalla truffa elettorale, è ancora in carica un Presidente abusivo insieme a tutto il Consiglio regionale».
E dopo che il presidente lombardo, ai microfoni di Sky Tg24, recidivo ha dichiarato di “aver accusato i radicali di fatti veri”, Cappato e Lipparini hanno annunciato in serata di aver conferito nuovo mandato per querelare Formigoni, proprio per le dichiarazioni rilasciate a Sky Tg24, commentando con queste parole: «...alla loquacità mediatica di Formigoni non ha corrisposto una sua loquacità in Tribunale dove è rimasto contumace evitando di sottoporsi all'esame del PM e del nostro avvocato, Giuseppe Rossodivita». (Red.)