Giancarlo Cremonesi (foto) ci vorrebbe tutti felici e contenti mentre ci scavano la fossa.
È da capirlo, il povero presidente di Acea (Azienda Comunale Elettricità e Acque) preso tra i fuochi. E cosa chiede infine? «Sul gassificatore di Albano vorrei ci fosse pace e serenità sociale, prima di mettere mano al cantiere». E scusi tanto presidente se i residenti dei Castelli Romani non le fanno pure la reverenza, mentre lei tastando indelicatamente il terreno annuncia in buona sostanza che la diabolica macchina del diabolico Manlio Cerroni è pronta a partire e non ammette intralci. Lei presidente Cremonesi non immagina nemmeno quanto queste e altre sue dichiarazioni tranquillizzanti producano l’esatto contrario, mettendo in allarme rosso un territorio che da cinque anni dorme con un occhio solo o per niente, aspettando la prossima mossa di Manlio Cerroni – già fregiato di tanti titoli che non occorre inventarsene di nuovi – che predilige cogliere la gente di sorpresa anziché agire alla luce del sole, e calare come un falco quando c’è la neve sotto Natale o quando il sole incoccia a ferragosto. Ingrato compito il suo, presidente Cremonesi, ma qualcuno lo sporco lavoro deve pur farlo e lei si mette in guanti bianchi per dispensare pillole avvelenate chiamandole caramelle. Un’offesa per la popolazione castellana, ritenuta a quanto pare incapace di intendere e di volere. Ma così non è, lo tenga presente e riferisca a chi di dovere, signor presidente Cremonesi.
Maria Lanciotti