La Riello Spa è un'azienda leader in Europa nel campo dei bruciatori. Nata nel 1922, ha come sede principale Legnago in provincia di Verona e negli anni è cresciuta fino a diventare leader di mercato nel suo settore ed esporta in tutto.
L’azienda arriva in Valtellina sul finire degli anni '80, sull’onda della “legge Valtellina”, insediando uno stabilimento nell’area industriale Talamona-Morbegno dove, alla produzione di bruciatori, aggiunge anche la produzione di caldaie murali e a basamento, pannelli solari e la commercializzazione di condizionatori ed energie rinnovabili.
Negli ultimi anni la Riello Spa ha spostato progressivamente la produzione delle caldaie in Polonia, nonostante una dura vertenza che ha comunque portato alla chiusura dello stabilimento di Lecco (occupato per più di un mese dagli operai).
Non più di una settimana fa, l'azienda aveva raggiunto un'intesa sindacale sul nuovo premio di produzione; nella serata del 14 giugno ha invece comunicato alle rappresentanze sindacali il nuovo piano industriale che prevede, l’abbandono della produzione delle caldaie murali in Italia e quindi, l’intenzione di ridurre l’organico dello stabilimento di Morbegno da242 a 64 con la collocazione di 178 lavoratori da subito in Cigs, preludio del licenziamento.
La Federazione di Sondrio del Partito della Rifondazione Comunista è solidale con le lavoratrice e i lavoratori della Riello, minacciati dalla profonda ristrutturazione aziendale il cui fine non dichiarato, ma intuibile è la progressiva chiusura dello stabilimento di Morbegno. Rifondazione sta con i lavoratori che si preparano ad una mobilitazione, che auspichiamo la più ampia possibile, e che consenta di invertire la rotta rispetto ad un quadro fatto di continue chiusure e licenziamenti.
La vicenda Riello è sintomatica di quel che avviene sul territorio della provincia attraversato da una pesante crisi del settore edile, da una progressiva dismissione degli ultimi pezzi di produzione industriale del settore metalmeccanico e dalla fine del settore tessile. La crisi viene utilizzata come pretesto per delocalizzare le proprie produzioni in paesi dove pratiche di sfruttamento più accentuato consentono di lucrare margini di profitti più ampi.
La vicenda Riello (spostamenti di produzione in Polonia e chiusura stabilimenti in Italia fra cui quello di Morbegno) si inserisce esattamente dentro questo quadro.
Ai licenziamenti e al massacro sociale in atto non è più possibile rispondere solo con il ricorso agli ammortizzatori sociali largamente insufficienti; come pure non è più accettabile che si conceda al padronato la totale assenza di pratiche di responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori e del territorio dove operano.
Per questo da anni Rifondazione propone una legge che impedisca alle aziende italiane, a partire da quelle che hanno usufruito di finanziamenti e agevolazioni pubbliche, di praticare impunemente politiche industriali di delocalizzazione.
Partito della Rifondazione Comunista
Federazione di Sondrio