“Ma siete proprio sicuri?” È quello che ha chiesto il presidente del collegio giudicante della Corte d'Appello di Brescia, rivolgendosi direttamente agli imputati Enea Sansi e Vanna Mottarelli.
“Sì, sì” hanno confermato quelli, rinunciando così ad avvalersi della prescrizione del reato di diffamazione di cui erano accusati.
In quel momento, dal pubblico, ho pensato che più dell'arringa dell'avvocato poteva valere questo gesto carico di significato, con cui ci si rimetteva fiduciosi nella giustizia, non avendone l'obbligo, al giudizio di una corte adusa a ben altri comportamenti, dai Berlusconi all'ultimo dei marioli.
E poi non mi sembrava possibile che avendo un tribunale italiano assolto il sottoscritto, in altri tempi, per aver affermato che la DC era un'associazione a delinquere, oggi, si sanzionasse penalmente la civile critica dell'operato di un giudice fallimentare.
Invece nei processi di natura politica è possibile, eccome.
Confermata la sentenza di condanna di primo grado, ai nostri rimane ancora una chance per trovare un giudice a Berlino ma nel frattempo gli aspetti onerosi del procedimento colpiranno inesorabili.
Non sono un appassionato de 'l Gazetin ma ne riconosco il valore ormai storico, un piccolo patrimonio che sta tutto nelle veritiere parole sotto la testata: giornale indipendente di cronaca civile.
Per questo rinnovo il mio contributo, rispondendo all'appello “cerchiamo 50 persone...”, oltreché per la vanagloria di vedere due volte il mio nome nel Libro d'Oro.
Gianfranco Camero
Ci hanno indubbiamente sorpreso, perché inaspettate, e commosso le poche e semplici parole di Gianfranco Camero (foto), prontamente accompagnate e onorate dal gesto annunciato. In effetti, la strada che indica, senza fronzoli e preamboli, è la più immediata e concreta per chi volesse esprimerci solidarietà. (e.s., per Labos e Gazetin/Tellusfolio)