Mi sembra molto positiva la dichiarazione che ha fatto ieri al Consiglio Presbiterale della diocesi di Milano* il Card. Angelo Scola (foto) in merito alla lettera con cui il presidente di Comunione e Liberazione don Carrón nel marzo 2011 criticava aspramente gli episcopati dei vescovi Martini e Tettamanzi e auspicava che fosse Scola il nuovo arcivescovo. Scola ha preso nettamente le distanze dai contenuti di questa lettera, come auspicavamo nel nostro documento del 30 maggio. Ci sono quindi le premesse per un rapporto di reciproca maggiore chiarezza tra l’arcivescovo e la diocesi.
Non concordo però quando Scola dice che la lettera contiene il pensiero di Carrón. Essa invece esprime, con particolare efficacia e completezza, quanto Comunione e Liberazione dice sottovoce da tanti anni sulla gestione della diocesi da parte dei due ultimi arcivescovi. È stato da parte di CL, da trent’anni a questa parte, un continuo brontolare e, ad ogni occasione, mettersi di traverso rispetto alla gran parte delle strutture diocesane e un continuo ritagliarsi spazi separati con pratiche controcorrente ispirate alle posizioni critiche espresse nella lettera. Tutto ciò è ben noto a chi conosce da vicino la vita della diocesi. Quindi Scola faccia un ulteriore passo avanti e dica esplicitamente che il problema non è costituito dalle opinioni di Carrón ma dalla teologia e dalla pastorale di CL.
Vittorio Bellavite
coordinatore di Noi Siamo Chiesa
* Stessa presa di distanza anche l'intervista al cardinale pubblicata oggi dal Corriere della Sera, ndr.