L'audizione stamani in commissione d'inchiesta sul Ssn del direttore del Dap Tamburino ribadisce l'interesse e la preoccupazione della commissione a seguire il percorso di chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, ma offre preoccupanti spunti per un percorso di dismissione che sappiamo essere solo all'inizio e pieno di ostacoli. Così si apprende che alcune Regioni non vogliono fornire al Dap i numeri dei pazienti dimissibili considerandolo un dato sanitario e quindi di competenza regionale e non penitenziaria, rendendo difficile la lettura dei numeri di ingresso e d'uscita, potendo solo registrare che l'attuale dato degli internati è ancora molto alto (1.156) senza capirne le cause (aumenti degli ingressi o calo delle dismissioni?).
Dalla relazione del direttore del Dap inoltre si apprende il possibile futuro di alcune strutture (Reggio Emilia, Secondigliano, Barcellona Pozzo di Gotto e forse anche Aversa) che come era prevedibile resteranno dell'amministrazione penitenziaria anche per cercare di supplire il sovraffollamento penitenziario.
Preoccupante era e resta la vicenda di Montelupo Fiorentino, la cui villa Medicea resta ancora ostaggio di un circuito penitenziario dove purtroppo, come ha sottolineato in alcuni casi la Corte dei Conti, si sprecano soldi in ristrutturazioni che non hanno futuro.
A settembre 2011 la commissione verificò con un sopralluogo lo stato dell'arte. La sezione Ambrogiana risultava praticamente svuotata tanto per i locali sequestrati con nostra ordinanza che con provvedimenti interni perché inagibili. Una nuova sezione era pronta per ospitare gli internati e si attendeva a giorni il collaudo, un atto meramente burocratico ci fu detto. Ad oggi si apprende che quell'ala ancora aspetta i lavori di Toscana Energia, perché come avevo denunciato mesi or sono, i lavori e il progetto sono stati sbagliati e le tubature sono inadeguate. Quel che è perfino peggio si apprende che sono stati progettati lavori per 900 mila euro per ristrutturare l'Ambrogiana a struttura, forse, per le detenute madri. Ma se la Regione Toscana aveva già stanziato fondi per l'istituto della Madonnina del Grappa, che nel giro di pochissimo potrebbe accogliere le poche madri detenute con i bambini, che senso ha “buttare” quasi un milione di euro per una struttura da dismettere e che attualmente è ancora sotto sequestro e che quindi non potrebbe neppure avviare i lavori?
Domande che restano aperte e preoccupazioni che stesso direttore Tamburino ha fatto sue e su cui aspettiamo risposte.
Donatella Poretti