Imitando Rilke, di fronte a un uccello morto
Adesso sei morto, uccello orribile. Eri un uccello nero, e in verità non si sa da quale parte prenderti. Mi ripugni (prendo una paletta, un raccoglitore, ti getto nella spazzatura). E con il dito collego - o esamino - una letteraria linea orizzontale del tempo, o rimango a individuare l’irruzione di una lettura fonte di devozione. Certamente, uccello orribile, sono abbastanza letterato, per dedicarti (in mezzo a questo cortile ibrido) un intero tumulo di citazioni, tradotte in maniera imperfetta. Addio.
Si tratta di una rosa?
L’assenza di una rosa. Cominciamo da questo logoro tema.
Cominciamo.
Dopo, prenderemo nota degli avanzi.
Quanti saranno gli avanzi?
No mi importerà, nella mia deplorevole stupidità,
tornare a occuparmi di altre cose. Che ve ne pare?
Virgilio Piñera - lo so da fonte certa teosofica - si
congeda da noi,
passando da un corpo astrale,
a un altro corpo astrale.
Pubblicatemi, allora, in tutti i colori possibili.
Perché, una volta di più, non so proprio dove andare a parare.