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Cassandra per il week end
02 Settembre 2006
 

Oggi riprendo il primo fine settimana di attività politica diretta e ho voglia di scrivere qualcosa di leggero e un po' scherzoso. Dedico la puntata ai miti e alle citazioni. Cito spesso nello scrivere e nel parlare frasi proverbiali in latino o mi riferisco a miti greci e ciò è stato notato, da molti solo con benevola sopportazione e curiosità, ma da alcuni anche con fastidio, accusandomi di fare la professoressa di provincia, il che del resto sono stata per molti anni e non mi pare che sia da vergognarsi. Comunque, chi nella preistoria ha fatto un buon liceo -come si diceva- ha un repertorio di citazioni greche latine e italiane di qualche peso, ha un buon Thesaurus, tanto per non mancare la citazione. Ma dipende solo dall'età, i giovani citano in inglese e i vecchi in latino.

Io ci metto anche un po' di malizia: ogniqualvolta posso cito latino o greco perché sono contenta di poter dimostrare praticamente che l'Europa e la sua cultura di riferimento è più antica del cristianesimo e voler ancorare l'Europa a una religione è ingiusto insufficiente storiograficamente scorretto e pericoloso e insomma falso; sarebbe il colmo voler fare l'Europa politica e non sapere che “politica” è una parola greca, che il diritto è una eredità romana, così come rispettivamente le strade, la filosofia, i miti appunto. I miti greci sono straordinari e non per caso hanno scavato così nel profondo dell'animo umano, che Freud li ha presi come base delle sue riflessioni. I Greci sono stati così bravi che hanno inventato sia il concetto e la logica sia lo scandagliamento delle passioni più oscure e tumultuose, Edipo e Giocasta, gli Atridi, avuto Socrate e anche Aristofane che era capace di farne la caricatura (Le Nuvole) e di dare vita a un capa politica come la comica Lisistrata. A lei ho già dedicato attenzione (questa rubrica) e una mailing list, ma oggi vorrei occuparmi di Cassandra.

Ho spesso detto che a me le eroine tragiche non piacciono, persino la divina Antigone mi sta sul gozzo, così solenne epica monumentale: mi piace di più, mi pare più umana Ismene la sorella che ha paura del tiranno. Invece Cassandra non c'è bisogno che dica che è antipatica, lo dicono già tutti. Anzi sapere la causa del suo noioso destino di incredibilità serve per farla diventare meno odiosa: infatti Cassandra fu punita da Apollo, che le lasciò il dono della profezia che le aveva dato, ma le tolse la credibilità, sicché alla povera capita di dire anche magari il giusto, ma non è mai creduta. Il dono le fu tolto perché lei si rifiutò ad Apollo, che perciò la stuprò e punì per giunta e buon peso. Una che si rifiuta ad Apollo, merita plausi amplissimi, quel fastidioso bellone pieno di sé! Ma insomma intanto Cassandra non viene mai creduta e continua a fare litanie di sciagure e rovine e vede tutto nero.

 

Simili persone, senza i meriti della antica ninfa, profetano sciagure a non finire, e mai una volta che si degnino di dire come si potrebbe fare per schivarle, per alleviare le difficoltà, o che ci suggeriscano mezzi o analisi con qualche apertura e speranza, come fanno la Di Rienzo o Luisa Morgantini che ci mandano lettere articoli esempi di donne che resistono al lutto al dolore alla ferocia e vivono e riescono persino a scrivere di sé, non fanno solo elenchi di rovine che capiteranno. Mettiamo che abbiano ragione (spero di no): perché non provano mai una volta a dire che cosa si potrebbe fare davvero invece? e non solo proclami, ma azioni informazione organizzazione ecc. ecc.

 

Cambiare la cultura e costruire una cultura di pace per poter fare una politica di pace (che non si trovano in natura né nella storia più nota) serve e dà anche forza e persino gioia o se non altro una certa serenità: proviamo. Adesso ci danno nei Tg ogni notizia militare “buona” possibile e va bene; che le forze armate siano mostrate nel loro volto meno offensivo è buona cosa e certe volte i conduttori e i giornalisti sono più bellicosi dei militari, un vero paradosso, ma ciò che invece manca è l'informazione politico-diplomatica. Eppure Kofi Annan a quella si dedica e siamo tutti e tutte convinti che lo schieramento militare può e deve servire solo a tenere divisi i contendenti. Come si fa? quali aiuti possiamo dare? quali discorsi mettere avanti? la cultura militarista è diffusissima e radicata, anche perché negli anni passati i militari si sono dedicati a modificare la costituzione materiale, sono state introdotte la nozione di difesa non solo del territorio entro il confine, bensì anche degli interessi nazionali ovunque nel mondo e pochi/e abbiamo allora protestato e in più si legge l'ultimo comma dell'art. 11 come obbedienza alle N.U. e ad altre agenzie internazionali purché intese alla pace e cooperazione.

 

Ci sono molte cose positive e interessanti delle quali ci si può occupare, ma certo è un po' meno facile che protestare e lamentarsi. Amen!


Lidia Menapace


 
 
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