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TellusFolio > Critica della cultura > Lo scaffale di Tellus | | | | | | Cristanziano Serricchio. Seppina degli sciali | | 24 Maggio 2012
Cristanziano Serricchio
Seppina degli sciali
Progedit, 2010, pagg. 216, € 20,00
In occasione della nascita del comitato per l'assegnazione del Premio Nobel a Cristanziano Serricchio (qui maggior informazioni), Progedit ripropone il romanzo Seppina degli sciali che il poeta e intellettuale sipontino ha scritto per la collana “Romanzi e racconti” dell'editore barese.
La storia di una donna che sfida la malasorte e non abbandona mai la speranza, nelle delicate pagine di un grande scrittore. Un intervento chirurgico, una donna in fin di vita, il primario che cerca di salvarle la vita e la protagonista del romanzo: un’infermiera di nome Seppina che, in preda al panico, assiste il medico, gli passa gli strumenti di lavoro e, dinanzi al corpo addormentato della paziente, ritorna alla sua infanzia per ripercorrere tutta la sua vita. Non più angosce e anestetici, Seppina immagina gli “sciali” del suo passato, e rivive, respirando a pieni polmoni, tutto quello che è stato e anche quello che non è più. Quelle strisce dorate di sabbia e terra, imbevute di mare e di sole, tornano a scaldare, come un fuoco mai spento dalle turbolenze della vita, l’animo fragile di una donna cresciuta troppo in fretta. La storia di Seppina può essere letta come una favola o come la dura realtà di chi non ha mai ricevuto, ma ha sempre dato. La morte prematura del padre, la paura che ha divorato sua madre, quando ancora doveva crescere amorevolmente le sue figlie, la responsabilità nei confronti dei suoi familiari più intimi diventano, nel romanzo, non solo fonti di disperazione, ma, soprattutto, le motivazioni profonde per non accettare passivamente un doloroso destino. Il rischio è l’altra faccia della vita e Seppina, a sue spese, impara a conviverci e a sfidare la malasorte. Che tutta la fede riposta nella giustizia divina sia un’illusione? Le perdite, i pregiudizi, più volte disincantano le fantasie fanciullesche, deludono le aspettative, e, la morte, anche quella, in questa storia, sembra diventare una parte integrante. La forza della speranza però non abbandona mai Seppina, lo sguardo illuminante dell’occhio di un “supervisore”, la conduce, dopo innumerevoli esperienze affettive e lavorative, alla felicità e, finalmente, all’amore vero, l’amore che sa dare ancor prima di chiedere. Un romanzo commovente, ricco di episodi, spesso tragici, dai quali la “reattività” della protagonista vince la povertà e la solitudine. (nota editoriale)
Cristanziano Serricchio vive a Manfredonia. È autore di opere di poesia, saggi storici, archeologici letterari, opere teatrali e romanzi, tra cui Le radici dell'arcobaleno (1984) Premio “Città di Bitritto”, Il castello sul Gargano (1990), La montagna bianca (1994), L’Islam e la Croce (2002) Premio “Palazzo al Bosco” 2000, Pizzengùnghele (2005). Mario Luzi nel 2003 gli ha assegnato a Sabaudia il premio “Una vita per la poesia”. | | | | | Commenti | | |
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