Stasera mia figlia torna dalla scuola materna con il solito libro del venerdì, quello che per il progetto lettura dobbiamo leggere insieme a voce alta, o meglio, visto che lei non sa leggere e che in casa mia il solo che ama la lettura sono io, tocca leggere a me. L’hai voluta la bicicletta? O pedala! Diceva mio nonno. Leggere fa bene, certo, ma a volte è come lavorare, stanca. Scusami Pavese. Non ce l’ho con te.
Stasera mia figlia torna dalla scuola con il libro, dicevo. Non è il solito libro del Battello a Vapore, non sono i soliti prodotti pubblicizzati e poco interessanti. No, stasera mi porta a casa Il viaggio è un’avventura bianca e blu, titolo che a molti non dirà niente, solo un racconto per bambini di cinque anni scritto in stampatello per facilitare la comprensione, ricco di figure. Edizioni EL, un editore per ragazzi di Trieste, un buon editore che non stampa prodotti di consumo, ma cura i libri, fa le cose con amore, uno dei pochi che resiste. Mia figlia non sa niente di questo libro, l’ha preso per caso dalla biblioteca scolastica, l’ha preso perché in copertina c’è il disegno d’un bambino che vola nel cielo azzurro a cavallo d’una nuvola a forma d’orso. Io, invece, appena lo vedo mi prende un tuffo al cuore, la prima cosa che mi colpisce è il nome dell’autore scritto in copertina. Luciano Comida, il triestino Luciano Comida, morto appena un anno fa, uno che conoscevo bene, per citare un titolo di Pietrangeli, con Luciano Comida abbiamo passato un bel fine settimana ad Anagni per un festival del fantastico. Ho visto Luciano Comida far sorridere i ragazzi con le sue storie, abbiamo cenato insieme, parlato, discusso, ironizzato sul suo nome spagnoleggiante che significa cibo, al tavolo d’un ristorante, davanti a una pietanza calda. Ci siamo scritti spesso con Luciano, lui teneva un blog intitolato Il ringhio di Idefix, avevamo in comune l’amore per la libertà, la repulsione per le dittature, avevamo scambiato parecchie idee sulla difesa d’una Cuba libera, lontana dagli schemi castristi. Lui scriveva storie per ragazzi, collaborava a quotidiani, settimanali, riviste, avrebbe voluto parlare dei miei libri su Cuba, ma un tumore alle ossa se l’è portato via in tre mesi, lasciandoci esterrefatti e soli.
Stasera mi sono letto a voce alta il suo libro, mi sembrava di sentire la sua voce flebile e rassicurante, un libro dolcissimo che a mia figlia è piaciuto un sacco, solo non capiva il motivo della mia commozione. Povero Luciano che come il tuo personaggio sei volato su quella nuvola, abbracci l’arcobaleno, frequenti l’orizzonte dei poeti, viaggi tra i colori incantati e vedi gli animali più strani. Hai trovato un luogo senza confini, non ti serve l’orologio della torre, il tempo è soltanto un'illusione, il sole fa brillare la tua folta barba bianca e scintillare gli occhi vispi e intelligenti. Adesso ricordo, d’un tratto, che un anno e mezzo fa, a Cuneo, sarei dovuto venire ad ascoltarti mentre parlavi ai tuoi bambini, pure io mi trovavo per caso a “Scrittori in città”, a parlare di Yoani Sánchez, ma poi mia figlia si è sentita male e siamo dovuti rientrare a Piombino. Non ci siamo più visti, caro Luciano, fino a stasera che mi capita in mano il tuo libro, lo sfoglio, lo guardo, lo leggo e ripenso ai pochi giorni passati insieme, alle molte mail scambiate, ai tanti discorsi su Cuba, sulla libertà, sulla sinistra, sui sogni, sulla scrittura…
Sei morto il 20 maggio del 2011. Mia figlia, il 18 maggio del 2012, mi porta a casa un tuo libro per leggerlo insieme. Pare quasi che tu abbia voluto dirmi qualcosa, amico mio, pare che tu abbia voluto servirti dei tuoi amici bambini per farmi venire la voglia di scrivere un racconto. Non servirà a niente, come niente serve nella vita, ma il tuo più bel ricordo sono le frasi che hai lasciato, la tua letteratura immortale, semplice e complessa, fatta di favole antiche. Adesso ti conosce anche Laura, amico che sei volato sopra le nuvole a coltivare i sogni, sa della tua barba bianca, delle tue storie incredibili, dei mondi infiniti che sapevi inventare. Sai una cosa? Credo proprio che le saresti piaciuto.
Gordiano Lupi
18 maggio 2012