Studenti muti. Gli spettatori come studenti. Spettatori muti. Studenti-spettatori o viceversa coinvolti nel dramma. Un monologo cui risponde il silenzio. Un silenzio ostile (studenti)/attento in quanto parte in causa per una sorta di transfert-processo di immedesimazione, con e nonostante la finzione (spettatori).

Il Professor Klamm giunge in scena e si accomoda alla scrivania, volta al pubblico. È nervoso. Molto nervoso. Il fatto è che un suo voto negativo, così gli viene rimproverato, ha condotto alla bocciatura e causato il suicidio di uno studente. Il soliloquio, vero specchio di solitudine esistenziale, duro e spietato, astioso e disperato, dell'insegnante monopolizza la platea di studenti (spettatori) che ha scelto di muovergli una guerra del mutismo.

Una pièce che è un pugno nello stomaco, di bruciante attualità nel tracciare il difficile rapporto, il disagio, l'incomunicabilità che corre fra il mondo adulto e quello giovanile, il primo dei quali mal attrezzato e mal educato al compito, assolutamente inadeguato nella gestione del potere conferitogli. Fino a che punto è lecito il principio dell'autorità, che mostri può generare e dove può portare psiche e coscienza?

La guerra di Klamm (Klamms Krieg) di Kai Hensel – 47enne amburghese, regista, drammaturgo e giramondo – è uno dei testi più rappresentati in Germania. Splendida l'interpretazione di Antonio Zavatteri che dà i toni giusti senza eccedere, anche quando il degrado dell'anima dello sventurato (in)colpevole protagonista raggiunge il punto di non ritorno.

A vincerla infine sarà la “violenza del silenzio” contro la violenza della parola (o il silenzio della parola?).

Alberto Figliolia

La guerra di Klamm (Klamms Krieg).

Traduzione di Umberto Gandini, regia e scene di Filippo Dini, produzione Compagnia Gank.

Teatro Filodrammatici. Sino al 20 maggio.

Orari: sabato 20:45, domenica 16:00.

Info: tel. 02 36727550, www.teatrofilodrammatici.eu