«Oppresso dalla prevaricante proliferazione di fatture e certificati, di ricevute e bolle (e bollini e bollette) e dalla connessa quotidiana rappresentazione della collettiva degradazione, mi auguro che tutto finisca con una morte secca, senza agonia clinica, disponendo fin d’ora la mia riduzione a cenere, ottima per erbe e piante».
F. Francese, Natale 1982
(Da: Giovanni Testori, Francese disegni giovanili 1932 – 1945, edizioni della seggiola 1983)
Queste poche righe tratte dalla “digressione autobiografica” di Franco Francese bastano a definire la personalità di questo artista solitario e certamente poco incline al compromesso, in arte e in vita. Una bella mostra di dipinti, disegni e incisioni è in corso allo Studio del Lauro, spazio d’arte nascosto poco al di là della trafficata via Monte Rosa, in una palazzina accogliente e silenziosa, dove Cristina Sissa organizza da alcuni anni poche selezionate e selettive mostre, incentrate sulla generazione degli artisti nati intorno agli anni ’30. Una generazione che offre artisti validissimi ancora tutti da scoprire, immeritatamente in ombra rispetto al mercato dell’arte ufficiale.
È il caso anche di Franco Francese, autore indipendente, autonomo rispetto a qualsiasi corrente o tendenza. Non completamente figurativo e non assolutamente informale. Esistenziale, se dovessimo trovare una parola per enunciarlo. In questa mostra, troviamo una panoramica dei suo temi e motivi di ricerca, illustrati da un pregevole catalogo con prefazione di Stefano Crespi. La mostra presenta una scelta di lavori che vanno dagli anni della guerra, quindi un Francese poco più che ventenne, con scene di interni, di quotidianità dolorosa e sofferta, fino ad arrivare alle opere degli anni’90, appena precedenti alla morte del pittore, avvenuta nel 1996. Sono dipinti spesso incentrati sull’ambiente dello studio, dell’atelier, luogo del lavoro della pittura, oppure immagini che hanno come comune denominatore un’attenzione continua verso l’ombra, il mistero, l’enigma della vita. Una riflessione dai toni spesso oscuri e poco consolatori, struggente e malinconica, oppure tenebrosa nei neri, nelle terre e nei grigi estremamente lavorati, macerati, bui e allo stesso tempo colmi di una luce interiore che trapela da una pennellata che apre uno spiraglio, da una raschiatura di spatola che fa intravedere una speranza, una prospettiva lontana. Guerra e dopoguerra, Milano e la nebbia, la periferia e la ricostruzione nei cantieri post-bellici, le macerie dei bombardamenti e le quattro mura nobilmente misere degli “sfollati”, la monumentalità di Sironi spogliata e fatta disadorna dei clamori di regime, ma ugualmente solida, plastica, statuaria, qui rivissuta nella disillusione e nel disincanto. Monumentalità che diventa realtà di solitudine, pesante fardello materico di pittura che è consapevole di nascere dalle ceneri di un Novecento messo in crisi dopo il 1945, anno spartiacque tra una generazione che apparteneva a un passato scomodo e tragicamente illusorio, e l’altra ancora in divenire, anch’essa minacciata dall’ideologia contrapposta, ma analogamente pericolosa. Francese non milita, non si schiera, rimane se stesso, in una sua personale linea, alla quale alcuni artisti – più giovani di una decina d’anni – si avvicinano. Sono gli artisti del Realismo Esistenziale, affini nelle tematiche, come Ferroni, Banchieri e Vaglieri.
Ancora una nota di merito all’esposizione: finalmente si ha l’occasione di vedere un buon corpus di disegni di un’artista. Troppo spesso dimenticato il disegno, l’appunto, lo “studio” dell’artista è invece preziosissimo per conoscere il lavoro in divenire, il nascere di un’idea. E oltretutto consente al collezionista di acquistare un’opera originale a un costo contenuto, cosa che di questi tempi dovrebbe far riflettere!
Giovanni Cerri
Franco Francese. Mostra personale
Studio d'Arte del Lauro
Via Mosè Bianchi, 60 – Milano
Dal 10 maggio al 28 giugno 2012