Un flop. Ambo i contendenti. Non si tratta però di pareggio.
LORO
La visita del Papa ad Arezzo è stata molto al di sotto delle aspettative. Gli organizzatori si aspettavano 30.000-40.000 fedeli, ma sono stati dagli 11.000 ai 13.000. Praticamente un buon concerto dei Pooh gratuito all'aperto.
Le spese già erano sproporzionate rispetto alle previsioni, qualcuno dice siano salite a 600 mila euro: su questo - non preoccupatevi – vi aggiorneremo. Ora sono ancora più ingiustificate. Si tratta nel più roseo dei casi di aver speso 500.000 euro per 13.000 persone, ovvero circa 40 euro a persona. Se gli si fossero date due banconote da 20 in mano sarebbero state molte più contente e soddisfatte, altro che Santo Padre.
La Chiesa puntava in un ritorno di immagine, la politica in un ritorno di gratitudine, la città in un ritorno economico. Disperate in questi ritorni.
Il reale interesse di tutti, aldilà della valenza spirituale (che ognuno è libero di contestare), morale (che contestiamo) e culturale (che contestiamo), è stata fin dall'inizio la ripercussione economica dell'evento. Perfino nelle parole dell'Arcivescovo Fontana si capisce che l'evento è stato prima di tutto un tentativo di investimento per Arezzo e i millenari di Camaldoli e di Sansepolcro un pretesto.
L'evento è passato praticamente sotto silenzio se non fosse per la morbosità con cui i media seguono le gite pontificie. I giornali hanno parlato poco oltre la tipica visibilità papale che gli accordano solitamente. I diritti televisivi (la millantata mondovisione, in realtà canale web) non sono stati comprati da nessun paese. Solo la RAI ha trasmesso l'evento, ma questo non ci sorprende: l'attuale direttore generale Lorenza Lei è stato ex responsabile di RAI Giubileo, intrattenendo cordiali rapporti coi potenti cardinali Bertone e Bagnasco, è molto vicino all'Opus Dei e sostenne in Vaticano che la RAI e la Chiesa cattolica sono “alleati”. Bel servizietto pubblico.
Il turismo senza le persone non esiste, Arezzo ieri era vuota e forse più di una domenica comune senza fiere o eventi particolari (vi confermeremo nei dettagli). I commercianti del centro sono andati a perderci, visto anche il blocco del sabato sera. Per alcuni chiusura totale anche domenica. Ci sono state molte proteste perché appunto non è venuta la gente “promessa” e anche lungo il corteo di auto, dietro le transenne, c'era il deserto. I gestori si sono riforniti in modo esagerato per poi non vendere. Alcuni ristoranti hanno perfino deciso di devolvere il cibo alla Caritas, credendo che i fedeli rimanessero a mangiare ad Arezzo.
Volendo esser buoni, qualcuno ritiene che gli effetti sul turismo si sentiranno a lungo andare. Palesiamo un estremo scetticismo, sia perché riteniamo totalmente inefficace (nonché clericale) questo metodo di promozione del territorio, sia perché Arezzo non sa gestire qualsiasi tipo di turismo. Le prove sono evidenti nel tempo. Anche il tavolo tenutosi a novembre allo scopo di creare un raccordo tra le varie categorie interessate, meritevole negli intenti, è rimasto pressoché lettera morta.
Possiamo indicare un metodo efficace di promozione turistica: la Giostra del Saracino si tiene due volte all'anno, un sabato notte di giugno e una domenica pomeriggio a settembre, e il Comune stanzia 100mila euro in totale, quindi 50 a manifestazione. Il costo è 10 e più volte minore a quello del papa e le ripercussioni sono evidenti sia in entrate dirette (c'è il biglietto) che in entrate indirette. Esiste infatti un indotto consolidato di turisti che vengono da fuori (perfino altri continenti: U.S.A., Australia, etc.) e sono costretti a dormire in hotel e mangiare al ristorante. Capita spessissimo che i turisti esteri rimangano a visitare, mangiare, dormire ad Arezzo, cose non viste per la visita papale.
Sarebbe stato molto più interessante come ritorno in visibilità e pubblicità spendere qualche soldo in più e far mandare alla RAI la diretta del Saracino. Essendo inoltre un evento che si fa ogni anno si può creare un circuito turismo preciso e fedele, a differenza del papa che non veniva da 20 anni. Questo tipo di eventi dovrebbe andare in mondovisione, abbiamo prenotazioni in ogni parte del mondo ed è giusto che la comunità investi per pubblicizzarlo a dovere. Nella scorsa domenica, invece, anche se i turisti fossero venuti a visitare Arezzo dopo aver visto Ratzinger, la città era deserta ed era tutto chiuso. A questo punto riteniamo davvero che la scusa del turismo è stata la solita manfrina per giustificare e nascondere i sodalizi confessionali tra il clero e la politica.
La città di Arezzo è stata militarizzata per l'evento, quasi quattrocento tra militari, poliziotti, finanzieri. C'erano i cecchini sui tetti. La Papamobile sfrecciava lungo Arezzo tra le transenne e il vuoto, all'intorno una decina di macchine e un elicottero nei cieli (solo la benzina dell'elicottero costa 100 euro al minuto!) Forse lo stadio sarebbe stato il nido migliore per il ritrovo evitando di smobilitare inutilmente la città e distruggere il Prato.
In ospedale hanno bloccato le liste della sala operatoria per 3 giorni. Hanno richiesto esplicitamente che non fossero fatte operazioni a lunga degenza, perfino le liste dei tumori. Per lasciare 150 posti letto liberi hanno reso disponibile solo il day hospital.
Il nostro pensiero va ai netturbini e ai medici precettati, costretti sabato a fare il turno notturno da mezzanotte alle 6, anche donne con figli.
Ci dispiace che il miracolo che aspettava l'arcivescovo Fontana (risollevare l'economia con un viaggio papale) non sia arrivato. La prossima volta però, se proprio vogliamo tentare per miracoli, proviamo con qualcosa di più economico, davvero molto più sobrio e organizzato con parsimonia (non a parole).
Questo evento ha finito per acuire una crisi economica già presente.
NOI
Il nostro presidio è stato molto ridimensionato rispetto alle aspettative. Siamo rimasti in media una ventina, toccando punte coi passanti di 50 persone.
Sui social network ci siamo contati in 500 ma pochi di loro sono venuti. Ha fatto tantissimo il passaparola. I social network sovrastimano tantissimo i partecipanti, lo impariamo per la prossima volta: mettere un “parteciperò” seduti dietro una scrivania è comodo e lava la coscienza.
Nonostante i numeri contenuti, siamo soddisfatti perché il presidio in piazza Zucchi c'è stato e ha “bucato” il pensiero unico di regime. Abbiamo perfino ricevuto la solidarietà degli abitanti del quartiere, aiutandoci coi volantini e sistemando gli striscioni quasi colti dal vento. Molti cittadini sono arrivati timorosi in piazza Zucchi senza osare avvicinare il presidio: i temi che sfiorano la religione sono ancora un tabù, anche fra i non credenti. Noi però non facciamo guerra alle religioni, ma allo sperpero dei nostri soldi e alle genuflessioni fatte da chi ci rappresenta.
Per questa occasione abbiamo raccolto le adesioni al nostro appello di cittadini del Popolo Viola, di Rifondazione Comunista e della Federazione della Sinistra, dei collettivi universitari (Collettivo di Scienze e Studenti di Sinistra), dei radicali di LiberAperta, degli atei e agnostici fiorentini, pisani, empolesi dell'UAAR (1 e 2).
Ringraziamo la SUP - Rete @ Sinistra di Firenze per aver declinato gentilmente l'invito causa loro iniziativa in corso. Ringraziamo i senatori Donatella Poretti e Marco Perduca e attendiamo risposta alla loro interrogazione parlamentare, raccogliamo le simpatie dei consiglieri della regione Toscana Mauro Romanelli e del comune fiorentino Ornella De Zordo.
Ringraziamo tutti i media che hanno parlato di noi e che hanno dato spazio alle nostre battaglie (anche non condividendole) e che speriamo continuino a fare.
Non finisce qui. Anzi, siamo intenzionati a continuare lungo questo solco che abbiamo descritto.
Vogliamo costruire un LABORATORIO PER LA LAICITÀ DI RESPIRO TOSCANO per:
1) organizzare iniziative e sensibilizzare la cittadinanza;
2) proporre soluzioni affinché i cittadini godano di diritti che sono ad ora negati;
3) opporsi alle politiche che ledono le libertà già acquisite;
4) monitorare i politici dentro e fuori le istituzioni; educarli a rappresentare decorosamente i cittadini;
5) combattere sia gli sprechi che i gesti clericali; abbattere il confessionalismo per una società LAICA più giusta, civile, vivibile.
Per attuare questo progetto dobbiamo interfacciarci con le realtà che abbiamo già contattato per questo presidio. Si potrà fare solo se queste realtà risulteranno più attente, interessate e impegnate. Abbiamo infatti avuto difficoltà comunicative proprio dove non ce l'aspettavamo, ovvero con le realtà laiche, laiciste, anticlericali del territorio.
I costi sono stati questi, i gesti clericali pure, si può fare ben poco.
Continueremo ad informarvi su come si svilupperà la vicenda. Il passato è andato. Dobbiamo costruire il futuro.
Possiamo cominciare proprio dalle dichiarazioni del Papa. Ratzinger predica la difesa della famiglia e della vita “dal suo primo sorgere al suo termine naturale” attraverso leggi giuste.
Riteniamo che ognuno sia libero di esprimere il proprio pensiero anche in manifestazioni pubbliche. Esistono però opinioni di serie A e opinioni di serie B. Le opinioni di Ratzinger sono di serie B perché vogliono condizionare la legislazione e adeguarla al suo pensiero, negando quindi i diritti alla donna, alle coppie di qualsiasi tipo, ai malati. Dietro la patina di “amore per Dio” si nasconde la violenza e la negazione dei diritti. Noi siamo per la libera scelta dell'individuo, ognuno per sé, e lotteremo affinché questa scelta possa essere praticata.
Ci preoccupa, riferendoci sempre alla giornata di ieri, la marcia contro l'aborto tenuta a Roma, patrocinata perfino dal Comune: marciavano a braccetto cattolici integralisti e fascisti del vecchio e del nuovo millennio. Questi soggetti tentano di criminalizzare le donne e a ledere gli spazi di libertà che faticosamente abbiamo conquistato. Vogliono colpire i diritti fondamentali delle donne puntando all'abolizione della Legge 194.
Se non creiamo una solida politica propositiva e di argine alle loro azioni rischiamo di catapultarci indietro nel Medioevo. Vogliamo questo? No.
Allora mettiamo un attimo da parte le differenze e costruiamo, insieme, tutti, RESISTENZA.
COMITATO 13 MAGGIO