Sempre più spesso mi trovo a constatare - nel mio ruolo di editore - che il “saper fare a regola d’arte” tra scienza, tecnologia e cultura sia un obiettivo che non rientra più nella formazione di base di qualsiasi lavoro, e specialmente nell’ambito dell’editoria, dove il legame tra conoscenze teoriche e competenze pratiche è fondamentale.
Ogni libro pubblicato appare in un’aura di “necessità”, come un evento che non potesse non accadere, quando esso è piuttosto una scelta o meglio il risultato di una catena complessa di scelte, in una interazione misteriosa di caso e necessità. E i molteplici fili che intrecciano la storia di un libro fanno capo a una figura il cui ruolo è abbastanza sconosciuto quello, appunto, dell’editore.
Più che mai, dagli inizi del Novecento, l’universo della carta stampata è stato dominato dalla responsabilità dell’editore, dopo che sono declinate altre figure che erano state influenti nel passato, quali lo stampatore o il tipografo. Schiacciata tra autore e destinatario, tra storia delle idee e mercato, la sua attività a volte è poco appariscente rispetto alla visibilità dell’autore, anche se la sua azione svolge un ruolo chiave.
Si è scritto molto sull’arte del leggere e sull’arte del pensare, che hanno le stesse regole generali: pensare lentamente e leggere lentamente; pensare con circospezione facendosi continuamente delle obiezioni; così come bisogna leggere con circospezione ponendo continuamente obiezioni all’autore. Perché leggere vuol dire pensare insieme a un altro, pensare i pensieri di un altro, uguali o contrari ai propri.
E allora, come realizzare libri che rappresentino proprio quei pensieri?, e che non siano soltanto dei supporti cartacei, standard nel formato, stampati su una carta qualsiasi, con caratteri anonimi con soluzioni visive in armonia con i testi o con le immagini? Molto spesso l’autore per primo non conosce e quindi non considera queste possibilità, non le immagina, si accontenta di vedere le proprie parole stampate e rilegate. Il lettore neppure chiede di più, a meno che non sia un cultore o un bibliofilo che invece sa distinguere la qualità di un libro da molteplici dettagli. Così - lentamente e inesorabilmente - la produzione editoriale si va abbrutendo per la mancanza di parametri ed è sempre meno creativa.
Fino dalla fondazione di Morgana Edizioni nel 1985, ho deciso di progettare e pubblicare libri in cui ogni elemento potesse essere ideato. Libri in cui la disposizione delle parti, la loro alternanza e relazione fossero sempre il risultato di una scelta originale. In realtà, il mio passato di artista multimediale mi aveva fornito solo parziali strumenti per diventare un editore. E non c’erano scuole per imparare. Ho iniziato così a decodificare le regole dell’editoria classica studiando “l’architettura” dell’impaginazione: dai codici miniati dei copisti ai rotoli orientali, dalla stampa tabellare dei cinesi alle origini della tipografia quattrocentesca con Manunzio, Baskerville, Didot, Bodoni, Mardesteig… continuando con i preziosi libri dell’Ottocento, illustrati dai maggiori artisti del tempo, ai raffinati editori europei quali Vollard, Skira, Tériade, Kahnweiler, Maeght… fino alle sperimentazioni delle Avanguardie storiche del Novecento e in particolare del Futurismo con l’invenzione dei “Libri d’artista” polimaterici. Perché fare un libro è fare un’architettura.
Dovevo trovare però il mio modo di essere e di fare l’editore, per non ripetere soltanto gli esempi più o meno significativi della storia dell’editoria. Per prima cosa ho seguito l’intuizione di credere che l’amicizia e la collaborazione operativa potessero tradursi in un fenomeno espressivo e produttivo di grande qualità, come lo era stato per le avanguardie novecentesche. Così sono nate collane interdisciplinari e multimediali con la partecipazione di scrittori e poeti, critici e filosofi, artisti e scienziati e in particolare quelle di “libri d’artista” alle quali mi dedico come artista dalla metà degli anni Settanta e come editore dalla fondazione della casa editrice.
Ma soprattutto ho tenuto ben chiaro il programma coraggioso e lungimirante di voler essere un “piccolo editore” di grande qualità. E proprio questa scelta fondamentale mi ha permesso di progettare e pubblicare “a regola d’arte”, fondendo la tecnologia più avanzata con l’abilità irrinunciabile del fare artigianale.
Anche la progettazione e pubblicazione di FutuLIBERO si sono basate su questi presupposti: infatti la collaborazione tra i curatori, gli insegnanti con i loro allievi e l’editore ha permesso di ottenere un libro-catalogo curato con grande attenzione e qualità. Si tratta della documentazione di un “lavoro di scuola”, frutto di un’efficace integrazione tra più soggetti e istituzioni educative che si sono tutte messe a disposizione perché gli studenti potessero davvero “fare scuola” nella vera accezione del termine: una scuola che sollecita l’intelligenza, incuriosisce, mette in ricerca, stimola le vocazioni individuali, insegna e fa pensare in modo critico e personale. Il legame strettissimo tra conoscenze teoriche e arte manuale, ha permesso la produzione di libri-oggetto, sorprenderti per originalità e abilità di realizzazione.
Il 17 maggio alle ore 17:00 in occasione del “Maggio dei Libri” si svolgerà, presso ARCHISPAZIO/Archi-tè della Biblioteca di Scienze Tecnologiche – Architettura dell’Università di Firenze, Palazzo San Clemente via Micheli 2 a Firenze, la presentazione del libro e l’inaugurazione della terza mostra dei lavori realizzati dagli studenti (la prima è stata allestita presso la Biblioteca Nazionale di Firenze nel dicembre 2009, poi alla SACI, Studio Art Centers International di Firenze nel 2011).
Gli elaborati sono divisi in quattro gruppi:
- Libri d’artista dell’Accademia di Belle Arti di Firenze a cura di Andrea Granchi
- Filrouge del Liceo Artistico “Alberti”, Firenze
Insegnanti: Laura Landi, Edda Sensini, Raimondo Vacca, Nicolina D’amore. Elaborati realizzati dagli studenti delle classi 4ª, 5ª; 1°-2°-3°- Serale
- Piccole e grandi pagine del Liceo Classico “Michelangiolo”, Firenze
Insegnante: Angela Pieraccioni. Elaborati realizzati dagli studenti delle classi 1ª e 2ª
- La parola nel tempo e il tempo nella parola del Liceo Scientifico “Pontormo”, Empoli
Insegnanti: Lorenzo Poggi, Daniela Petri. Elaborati realizzati dagli studenti delle classi 4ª
La mostra sarà visitabile dal 18 al 31 maggio, ore 9:00 – 18:30
Mostra e libro vogliono essere buoni esempi di una felice e produttiva collaborazione tra istituzioni di Alta Formazione e istituzioni pubbliche in funzione di un proficuo confronto, intreccio di linguaggi e stimolo tra consolidati maestri e quelle giovani generazioni che rivelano un sempre più crescente interesse per un territorio di ricerca, quello del “libro d’artista”, che appartiene per eccellenza al più vasto scenario dell’arte contemporanea.
Alessandra Borsetti Venier