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Riforma delle Nazioni Unite. La proposta di Lidia Menapace
La Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite (L
La Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite (L'Aja, Peace Palace) 
30 Agosto 2006
 

In preparazione della ripresa dei lavori al Senato, ma anche degli appuntamenti politici in varie feste di Liberazione e altre, vorrei scrivere qualcosa sulla riforma delle N.U. Anche perché sembra che godano di un periodo di favore e stanno riprendendo posto nel mondo, dopo una lunga stagione di umiliazione soggezione messa al bando e pericolo che venissero sostituite prima dalla guerra fredda, cioè dal duopolio delle due superpotenze e poi dall'unilateralismo o egemonia dell'unica superpotenza rimasta e in questa fase governata da una famiglia (Bush padre e poi figlio per due mandati) legata ai poteri forti e al petrolio e sostenuta dall'esiziale cultura dei teocons cioè dal temibile fondamentalismo cristiano, che le ha quasi condotte al lumicino.

Le N.U. (inizialmente Organizzazione delle Nazioni Unite -Onu-, in seguito Nazioni Unite -NU-) sono la più straordinaria e importante conseguenza positiva della seconda guerra mondiale, dato che la sconfitta dei regimi nazista fascista e giapponese analogo, fu un fatto solo negativo, di cancellazione di qualcosa senza sostituzione e che appena dopo finita, Churchill (forse il più bellicista capo degli Alleati) aveva già dichiarato che gli ex Alleati avrebbero dovuto subito ricominciare contro l'Urss, a questo fine anche alleandosi con la Germania.

Ma i discorsi politici potevano andare e andarono in altro modo. Uscì infatti la famosa frase iniziale della Carta, che dice «Noi reggitori dei popoli, volendo evitare alle future generazioni il ripetersi di orrori come quelli che abbiamo appena dietro le nostre spalle, rifiutiamo la guerra e la dichiariamo un crimine ecc. ecc.». Certamente questa straordinaria dichiarazione era frutto anche e forse soprattutto dell'orrore di Hiroshima, che per la prima volta poneva alla coscienza mondiale la domanda se la portata delle armi potesse essere accettata anche quando era incommensurabile e il danno da loro provocato del tutto non risarcibile (come si risarciscono centinaia di migliaia di vite di civili appartenenti a un popolo che sta chiedendo l'armistizio e si prepara alla resa ed è colpito anche da conseguenza genetiche senza calcolo possibile?).

Questa solenne dichiarazione fu fatta e approvata. Come tutti i grandissimi eventi storici anche la fondazione dell'ONU ebbe le sue grandissime luci e le sue pericolose ombre.

Ma voglio prima ricordare che chi scrisse la frase (o almeno la firmò) che ho appena citato, non erano né filosofi utopisti o umanisti, né religiosi pii e ossequenti, né fanciulle dal cuore tenero, erano bensì dei tipi tremendi che per lo più avevano anche provocato gran parte di quelle atrocità, e si chiamavano Mao, Stalin, Churchill, De Gaulle e Truman, il quale aveva dato l'ordine di sganciare la prima atomica. Questo spiega perché poi proseguirono praticamente comunque affermando un loro primato da vincitori e stabilendo che comunque loro cinque avrebbero avuto un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza alle N.U. e il diritto di veto. Questi sono i residuati di guerra che ora dobbiamo cancellare in modo che resista l'ispirazione iniziale: un luogo di tutti i popoli e gli stati, regolato da regole non egemoniche e ispirato dal compito primario di costruire relazioni politiche e non belliche tra i popoli. Chi scrisse le prime parole della Carta erano, come ho detto, persone bellicose e certo aliene da sogni e utopie, sicché soggiunsero subito che se la guerra è un crimine, essa deve essere perseguita -appunto come i crimini- e che per fare ciò si sarebbe dovuta mettere a disposizione delle N.U. una polizia internazionale, con le caratteristiche di ogni polizia: prevenire i crimini, arrestando i criminali, senza sparare nel mucchio e avviare processi. Questo non fu mai attuato; i 2.000 poliziotti internazionali che ogni stato doveva mettere a disposizione e con un addestramento specifico, non furono mai fatti e i caschi blu sono sempre stati militari in servizio nei vari eserciti nazionali, con l'elmetto cambiato. Inoltre alla polizia non fu mai accostato un Tribunale penale internazionale e una magistratura, né scritto un codice, sicché il carattere solo punitivo e le pratiche solo militari divennero di fatto ovvie.

Ciò ha portato alla perdita di importanza delle N.U. e alla loro riduzione a servizio, prima delle due superpotenze e della loro spartizione del mondo, poi dei soli USA. Perdita tale, che molti chiedono addirittura la fine delle stesse, che sarebbe a mio parere pericolosissima, dato che appunto non ci sarebbe più limite giuridico alcuno alla forza e al rapporto di forze a fini bellici.

Vari tentativi di riforma si sono succeduti, ma insoddisfacenti. Mi provo a indicarne uno, del quale sono presentatrice e che offro alla discussione e correzioni, emendamenti, sostituzioni ecc., tanto per avere un testo dal quale partire.

A me pare che dalle N.U. bisogna appunto scrostare i residuati bellici e trasformarle in una sede esclusivamente politica, dotata di una vera polizia internazionale (anche disarmata) magistratura e tribunale penale, e codice, in modo da avere una sede visibile e autorevole del diritto internazionale.

Ma la domanda è: chi può credibilmente avanzare una proposta che di fatto deve ottenere il Consiglio di sicurezza tutto e sempre a rotazione tra tutti gli stati popoli e anche associazioni e sindacati, e senza diritto di veto e preferibilmente che si addestri a prendere decisioni col metodo del consenso e non a maggioranza?

Credo che tale o simile proposta possa essere avanzata dall'Europa e -al momento- solo dall'Europa (se ci fosse una Europa politica dotata di rappresentanza federale e non di riunioni di ministri di stati nazionali) (o appena ci sarà).

E perché l'Europa? il nostro continente non ha particolari meriti o pregi sul terreno umanitario e o pacifico, anzi è stato la patria del fascismo e del nazismo, l'inventore dell'imperialismo e delle guerre sante e di altre nefandezze. Tuttavia è il territorio sul quale vivono e riescono a costituirsi in struttura politica connessa e non bellica i vincitori e i vinti della seconda guerra mondiale e di quasi tutte le più sanguinose guerre nel tempo e nel mondo. Per questo l'ingresso del rappresentante d'Europa nel Consiglio di sicurezza e la fine dei membri permanenti e del diritto di veto avrebbero un forte significato e mi sembrerebbe una buona proposta da avanzare o almeno da discutere.

 

Lidia Menapace


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