in questo conflitto interminabile, un incedere di vessilli riporta un uomo nelle tenebre, dove nessuno può tornare senza pena
sotto il fuoco divorante dell’esistenza, si abbandonano al pianto i morenti, nell’adattamento al mobile orizzonte che nasconde la loro sconfitta
per un tempo che appare infinito, si stende l’ombra della disfatta sull’azzurrità, da cui l’uomo torna credendo di aver innalzato durevolmente un vessillo vittorioso
contende il cielo all’occultamento questa lunga cerimonia di ascensione, destinata a perpetuarsi quale segno illusorio a cui la vita tende a soggiacere
dove la sabbia è dappertutto, alla staticità dell’infinito corrisponde sotto il cielo il movimento di molti vessilli lacerati