Oggi la commissione Giustizia del Senato ha licenziato il testo che la Camera ci aveva inviato lo scorso luglio per porre termine ad una delle discriminazioni più odiose del nostro codice civile, quella tra i figli nati fuori e dentro il matrimonio. Discriminazioni lessicali tra i figli naturali e quelli legittimi che diventano ereditarie e anche di trattamento in Tribunali diversi nelle situazioni in cui i genitori si separino. Tribunali per i Minori i primi e ordinari i secondi. Il testo uscito dalla commissione Giustizia oggi pone fine a questo trattamento differente e l'appello che ci sentiamo di rivolgere al presidente Schifani è che l'aula del Senato lo metta con urgenza in discussione a partire dalla prossima settimana.
Sappiamo che se c'è la volontà politica il Parlamento può essere rapido, e speriamo non solo per rispondere alle richieste di controriforme elettorali o costituzionali, ma a quelle di una società che corre, si evolve e che la lentezza della leggi spesso non vi si adegua. Sono infatti ormai il 20 per cento dei nuovi nati che sono figli naturali nati da genitori che non sono sposati, ma che non per questo devono essere trattati come di serie b, perfino senza parenti (zii, nonni,...) che possono amarli, ma non considerarli legalmente come appartenenti, ed eredi, legittimi della loro famiglia. Tutta la materia ha bisogno di essere rivista in maniera più complessiva dal riconoscimento delle coppie di fatto, al divorzio breve fino al Tribunale per la famiglia, il Parlamento colga l'opportunità unica di questa condizione di un Governo che ha priorità economiche e si dedichi alle leggi che interessano la vita quotidiana dei cittadini che devono sopravvivere evitando ostacoli normativi invece che farsi forti della certezza del diritto.
Donatella Poretti