Firenze – I carabinieri di Firenze hanno posto sotto sequestro preventivo Radio Studio 54, un'emittente che dal Comune di Scandicci dirama le sue informazioni che, nella fattispecie, sono state valutate come un pericolo pubblico e, quindi bloccate prima della pronuncia definitiva della magistratura su presunte diffamazioni e istigazioni ad odio razziale. L'ispiratore e patron della radio è un consigliere comunale di una lista di centrodestra del Comune dell'hinterland fiorentino, Guido Gheri, e la pericolosità delle sue informazioni sarebbero nella diffamazione di un ex-collaboratore e l'espressione di varie opinioni contrarie ai diritti degli immigrati.
A noi, come sempre, vengono i brividi quando chi diffonde informazione che viene ritenuta lesiva del codice penale non viene punito per il fatto in sé, ma gli viene inibita la possibilità di esistere. Una violenza che, pur se legittima perché esercitata da un organo della magistratura, ci ricorda i sequestri preventivi di anarchici e socialisti quando, nel trentennio mussoliniano, c'era una visita in città di qualche importante esponente del governo o del partito fascista.
Certamente, allora (periodo fascista) come oggi, prevenire e' meglio che combattere, ma... prevenire come? Sequestrandoti la lingua per impedire che tu possa anche interloquire -sempre nell'ambito del rispetto dei codici- con chi la pensa diversamente da te? Roba da periodo fascista, per l'appunto.
Non crediamo che Radio Studio 54 fosse fatta solo di trasmissioni presunte diffamatorie e incitanti all'odio razziale. Per cui: perché chiudere tutto? Non solo, ma -ammesso che fosse stata chiusa solo la specifica trasmissione- perché chiudere e non limitarsi all'ingiunzione?
Chi ha paura di cosa? Noi dubitiamo che la censura sia lo strumento per combattere il presunto odio razziale, che se si limita all'espressione di opinioni può essere combattuto solo con altrettante espressioni di diverse opinioni.
Ci sono Paesi nel mondo che fondano la propria Costituzione proprio su questi principi, sono Paesi -gli Usa- che in materia di libertà individuali hanno da dare lezioni, storiche e non solo, a tutti. E proprio nei giorni scorsi c'è stato l'anniversario di quando gli Usa ci liberarono dal fascismo. Motivo in più per guardare al loro status di libertà civili ed economiche come una nostra necessità.
Ci auguriamo che gli avvocati di Radio Studio 54 riescano a far ritirare il provvedimento e che i gestori di questa radio aprano i loro microfoni ad ampie discussioni non solo sul grave atto censorio verso di loro, ma sui motivi per cui sono stati accusati di istigazione all'odio razziale.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc