Spigolature notturne. Ieri sera guardando il tg 3 della sera e poi della notte ho appreso che Berlusconi sarebbe “benestante”, secondo Alfano. Non ho appreso niente dello sciopero nazionale dei ferrovieri.
Berlusconi esperto di burlesque e benestante, sarebbe questa la nuova immagine con la quale Alfano vuole mutare la litigiosa politica italiana? non c'è limite all'improntitudine. I tifosi che occupano il campo, impedendo la conclusione della partita, sono mirabile prova dell'uso mistitficatorio dello spettacolo del calcio, che occupa la cronaca della Tv pubblica più della crisi.
Uno sciopero molto riuscito, dalla parte della categoria, non penso ugualmente dalla parte di chi viaggiava e totalmente ignorato dalla Tv, a fronte dello show della Fornero in fabbrica. Se si aggiungono le notizie parziali e i commenti accomodati sul primo turno delle presidenziali in Francia, si ha l'impressione assai sgradevole di una escalation censoria governativa sulla TV pubblica.
È stato davvero uno sciopero molto diffuso e con quote di partecipazione molto consistenti. Sono molto favorevole alle motivazioni, se sono quelle che ho potuto sapere. Ma non ho avuto modo di conoscerle bene: la stampa non ha informato adeguatamente, ma anche la categoria non si è data molto da fare per informare delle sue ragioni. Avevo un impegno a Genova il 21 e ho appreso dell'orario dello sciopero il 21 stesso, allo sportello della biglietteria di Bolzano, chiedendo il biglietto per il ritorno. Sono così favorevole al diritto di sciopero e agli scioperi che effettivamente vengono fatti che a tutta prima mi sono rimproverata di non aver ascoltato adeguatamente le informazioni che i sindacati certo avevano dato. Ma poi ho sentito in treno che tutti si lamentavano della scarsità e ritardo delle notizie: qualcosa non ha funzionato.
Mi pare anche che siano state dimenticate avvertenze che in altri tempi i sindacati osservavano: lo sciopero nei servizi pubblici è di particolare significato, dato che gli utenti degli stessi servizi non sono la controparte della categoria che sciopera, ma semmai alleati e dunque debbono conoscere bene le motivazioni dello sciopero in modo da sopportare gli inevitabili disagi in vista di interessanti modificazioni del servizio. Questa volta non ho sentito alcun appello per far conoscere le ragioni sindacali e le motivazioni politiche della protesta, errore che tende a isolare una categoria di grande storia e popolarità, proprio mentre sarebbe necessario mantenere col pubblico una grande relazione.
Per avere gli utenti con sé è indispensabile che il sindacato diffonda informazioni precise e anticipate, specialmente sui servizi garantiti.
Per tornare sono partita da Genova Principe il 22 con treno garantito alle 9 e 19, che mi ha portato a Milano Centrale, donde di nuovo con treno garantito sono arrivata a Verona alle 12 e 2. A Verona si è interrotto l'idillio, perché ho continuato e vedere treni prima garantiti e poi cancellati (per Monaco, per Brennero, per Bolzano) alcuni minuti prima dell'orario di partenza. Sicché, arrivata a Verona alle 12, come dicevo, sono potuta salire su un treno garantito per Monaco alle 17 e 02, partito poi con 70 minuti di ritardo, avendo avuto notizia che il treno era limitato a Bolzano (per me bastava) e che per chi doveva proseguire per Monaco ci sarebbe stato un proseguimento in bus fino Innsbruck e poi un ulteriore trasferimento su treno fino a Monaco ecc. Il ritardo in partenza era motivato, a sentire i passeggeri che via via arrivavano nel corso di un'ora, dal fatto che il nostro treno li doveva aspettare, essendo diretti a Monaco. Sono infatti giunte ondate di viaggiatori da Padova, dalle Merche, persino dalla Puglia: chiunque di noi avrebbe amato sapere queste razionali notizie che avrebbero sostenuto la nostra pazienza, mentre la spiacevole impressione di essere considerati merce senza diritti né ragioni esaspera. Tanto che i più non credevano affatto che a Bolzano ci sarebbero stati i bus, che invece erano lì pronti, data la proverbiale efficienza sudtirolese.
E a proposito di “clienti”, come le ferrovie ci chiamano da quando sono state parzialmente privatizzate: nel mercato “il cliente ha sempre ragione” dice un mirabile proverbio, ma in caso di clienti dei sistemi misti, la merce invece prevale. Chiedo perciò alle ferrovie -se non altro- di considerarmi una merce di qualche valore e fragilità.
Lidia Menapace