Lunedì sera, 16 aprile, è avvenuto lo sgombero della comunità Rom rifugiata presso l'ex convento dei Frati Bigi, a Pisa. Le famiglie, in gravi condizioni di emarginazione e indigenza, con bambini e malati, è stata evacuata dalle forze dell'ordine sotto la supervisione del sindaco di Pisa Marco Filippeschi.
«È un vero dramma umanitario», commenta il Gruppo EveryOne, organizzazione internazionale per i diritti umani, «perché, inspiegabilmente, nonostante la Costituzione italiana e le carte internazionali per i diritti umani prevedano che sia garantito a ogni essere umano il diritto alla dignità, alla salute e alla sicurezza, lo sgombero è stato effettuato senza alcun programma socio-sanitario e mette alcune famiglie in grave pericolo, esponendole ai gravi danni della precarietà. Da parte nostra, abbiamo inviato un appello urgente all'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e al Commissario europeo per i Diritti umani affinché mettano in atto misure atte a garantire la protezione di questa comunità etnica già provata da anni di persecuzione istituzionale e privata».
Il Gruppo EveryOne ha chiesto inoltre al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi (foto) un piano di emergenza per tutelare i 40 Rom di Pisa in questo tragico frangente. «Ci appelliamo a Enrico Rossi», spiega EveryOne, «perché ha una dimensione umana improntata alla tolleranza e conosce bene i problemi di chi è povero. Lui stesso discende da una famiglia operaia ed è stato assessore alla sanità: due requisiti che lo rendono vicino alle classi sociali povere ed emarginate, colpite da non solo da disagio sociale, ma da un serie di patologie causate dalla vita all'addiaccio, con un'alimentazione inadeguata e scarse possibilità di accesso all'assistenza medica. Gli chiediamo di manifestare umanità e solidarietà in mezzo a tanta crudeltà e indifferenza. Se il Presidente della Regione decide di prendere in mano questa drammatica situazione umanitaria, organizzazioni come la nostra lo affiancheranno per identificare una soluzione duratura, capace di preservare la dignità e la vita delle famiglie colpite dallo sgombero e di inserirle in un percorso di integrazione, che vedrà gli adulti sani inserirsi nel mondo professionale, i malati curarsi con soluzione di continuità e i bambini studiare, giocare e crescere sereni come i loro coetanei italiani».
Roberto Malini