Immaginate di vedermi sul cornicione di un grattacielo. Se la mia carne non osa, oserà la mia immago d'uomo.
Vi sto guardando dall'alto, ho le vertigini... Guardo, vi guardo con un ghigno che – lo percepisco dai vostri sguardi – deve essere la smorfia di un folle saltimbanco, di un joker. A gran voce inizio il monologo:
“Datemi un lavoro, datemi un onesto lavoro, qualcuno mi allontani dalle illusioni di carta. Non volevo – giuro! – fare l'editore. Sapevo già di non esserne in grado, di non avere la stoffa. E sapevo della mia vanità, della vanità di ogni autore. Sapevo dell'orgoglio di ognuno, quell'orgoglio che vorrebbe sfidare la morte, che dice ho motivo d'esserci, valgo, ecco il senso!
Datemi un lavoro di braccia e dita, prometto di scomparire del tutto, mi traggo fuori e più non disturbo. Fatelo per la mia piccina, toglietemi dalle vie insidiose della carta. Non volevo, ho commesso peccato, reato, ho bevuto l'inchiostro e, ubriacato, di droga in droga ho scritto e fatto scrivere i miei giorni.
Pentito! Sono un pentito!
Qualcuno mi aiuti a dare dignità al mio vivere.”
Immaginate che questa mia non sia un'uscita pubblicitaria (e non lo è!), immaginate che stia per saltare, se qualcuno non mi ferma. Non voglio più fare l'editore, ovvero lo stampatore d'illusioni altrui. La bottega sta per chiudere, fallita, non ho saputo vendere ciò che a bella vista stava negli scaffali. Ora, qualcuno mi aiuti, se può, qualcuno mi aiuti a dare dignità al mio vivere.
Qualsiasi cosa, qualunque lavoro di mani e dita.
Info: contattare info@tellusfolio.it che a sua volta mi contatterà