Marco Cochetti
Lanciati in fuori gioco
Albalibri, 2006, pagg. 300, € 13,00
Lanciati in fuorigioco... nel calcio, e nella vita dove è ancora più difficile fare goal – anche regolarmente – o dove, irregolarmente e con cinismo voluto, ci possono sovente essere annullate le più magnifiche reti. Il calcio come metafora della vita, il loro perfetto parallelismo – e parrebbe così semplice cavarsela con siffatta definizione – il football... splendido e misterioso mondo nel quale convergono i sogni e l’immaginario di tanta parte dell’umanità e che pure non è esente dall’irruzione del dolore e delle difficoltà dell’esistere. I conti con un fischio arbitrale, con un difensore che ti falcia mentre t’involi alla meta agognata del goal, con l’infortunio imprevisto, con l’errore, cui neppure l’esperienza può talora porre rimedio, con la fatalità, li devi sempre fare. Come nella vita.
I racconti di Marco Cochetti sono rare perle di una collana ancora più preziosa: quella del profondo e bello scrivere, la passione per il pallone quale filo rosso, proiezione di desideri, immaginazione e pensieri, specchio, come detto, del reale. Precise oltremodo e trasudanti creatività oltre ogni dire, le pagine di Cochetti hanno il pregio di saper collegare l’universo della quotidianità con quello dello sport più amato del pianeta, intrecciando in maniera geniale e in un impianto sempre sapiente, mai scontato mai banale, personaggi di pura fantasia con la materialità immantinente del football, spaziando per tempi, luoghi e umane società, dal primo derby, nell’omonima città inglese in pieno medioevo, là trovando le radici del moderno calcio – con il magistrale colpo di teatro di Mister Tods – al centravanti uruguagio, capace di colpi sopraffini sino al punto di stupire in un incontro occasionale lo stesso Pibe de Oro ma afflitto dalla Sindrome di Tourette, una malattia neurologica che costringe a gesti coatti e (apparentemente) inconsulti. Anche su un verde manto di football si possono combattere le battaglie per affermare il valore della propria vita e sconfiggere i peggiori incubi.
Si vola da Glasgow, nella città divisa fra i cattolici Celtic e i protestanti Rangers, in un racconto crudo e cruento con una chiusa, tuttavia, sommamente ironica, all’attentato in un grande stadio, toccando il tema del terrorismo più distruttivo, quel trionfo dell’assurdo e dell’irrazionale estremo che può gettare nello stato di barbarie definitivo il consorzio umano. “Impossibile”, il racconto in cui s’immagina la degenerazione della bella festa sportiva in un orrido carnevale di sangue, è dedicato ai martiri di Atocha e alle vittime di ogni folle atto di terrorismo che insanguini la Terra. Non dimenticando che nella fila dei nostri giorni esistono anche i terrorismi di Stato.
“Fifty-Fifty” e “La fuga” sono autentici capolavori. Il primo, avendo sullo sfondo i Mondiali di Calcio di Francia vinti dai Bleus di casa, è una commovente storia d’amore e d’amicizia; indimenticabili saranno per il fortunato e previdente lettore i suoi protagonisti. Il secondo si svolge nei cupi meandri psicologici della defunta DDR, alias Germania Orientale, all’ombra della spettrale linea del Muro di Berlino, con la sua mostruosa aliena capacità di separare cuori e straziare coscienze. È questo racconto una meditazione sul tema della libertà. Quella libertà che può pure afferrare (ed essere afferrata), meravigliosa vertigine, i ragazzi che sfidano il grave e troppo rapido incombere del tempo, i colpi d’inesorabili destini, rincorrendo una sfera di cuoio, o di semplici stracci, per strada, sulla polvere, su un prato di scintillante smeraldo.
I nomi dei grandi interpreti del football, coloro che ne hanno fatto la storia, compaiono per una volta quali spettatori (quantunque privilegiati) più che come protagonisti o primi attori: Karl-Heinz Schnellinger, Gerd Muller, Franz Beckenbauer, Michel Platini, Zinedine Zidane, Fabien Barthez, Ronaldo, Rivaldo, Pelé, Diego Armando Maradona et cetera s’alternano, intricandosi, ai nomi e alle figure degli “eroi” inventati dall’autore. Formula oltremodo originale. Non cercate cronache o mirabolanti e risapute descrizioni di gesta in queste pagine; in esse, con la verosimiglianza più totale, brilla il fuoco primigenio di questo sport, il suo prodigioso scorrere nell’anima, una delle più feconde e, volendo, affratellanti invenzioni dell’uomo, tribalità che si eleva a intelligenza sociale, terreno d’incontro e simbolo.
Eppure questo scritto giaceva nel cassetto... ma l’oblio e il rifiuto non potevano essere più forti del meraviglioso scintillio di parole e concetti, idee, pensieri, immagini e voli di quest’opera e della sua intrinseca verità. Lanciati in fuori gioco solletica e sollecita l’intelletto, appaga la passione footballistica e tocca le corde del cuore. Cochetti è un romantico del football, e non c’è miglior complimento o riconoscimento. Non poteva essere miglior lavoro narrativo ad inaugurare “Frammenti d’eterno”, la neonata collana di letteratura sportiva di Albalibri – per il solito impegnata nella poesia e nelle altre forme della narrativa – un felice esordio per l’autore (un narratore peraltro di straordinaria maturità e sensibilità) e incipit per il novello impegno della casa editrice.
Alberto Figliolia