La blogger cubana Yoani Sánchez non è riuscita a incontrare Camila Vallejo all’Avana, durante la visita ufficiale in cui la giovane comunista cilena ha parlato con Fidel Castro.
«La cilena era avvolta nel glamour che sempre l’accompagna, ma sottomessa al rigido e obbediente protocollo della controparte cubana. Che paradosso vedere una persona che nel suo paese lotta contro l’egemonia, condividere sorrisi e parole con l’egemonia del pensiero ufficiale!», scrive Yoani in un articolo per il periodico La Tercera.
L’arrivo di Camila Vallejo - vicepresidente della federazione degli Studenti dell’Università del Cile - all’Avana non suscitava aspettative enormi, dopo la visita del Papa, ma Yoani avrebbe voluto incontrarla per discutere con lei la situazione della dissidenza e della mancanza di libertà a Cuba.
«Sapevo che mettersi sulle tracce di Camila Vallejo una volta arrivata nella nostra capitale, fosse una cosa molto difficile, quasi impossibile. Una rete protettiva la circondava e faceva in modo che nessuno parlasse con la a giovane comunista cilena. Inoltre gli eventi che la riguardavano si svolgevano tutti all’interno di istituzioni ufficiali», scrive la Sánchez, sicura che lei e Camila vivono in mondi non comunicanti.
Yoani ha provato a inviare un messaggio su Twitter per vedere se fosse possibile parlare con Camila, ma non c’è stato niente da fare, perché uomini della Sicurezza di Stato hanno impedito l’incontro e non ha permesso alla blogger di varcare i cancelli dell’Università dell’Avana.
«I giovani cubani hanno ascoltato con ammirazione Camila mentre raccontava le lotte degli studenti cileni. E pensare che la Federazione Universitaria Cubana non ha mai potuto organizzare una protesta di piazza!», scrive Yoani.
La visita ha avuto un carattere strettamente ufficiale. Nessuno che non fosse di provata fede comunista ha potuto avvicinare la dirigente cilena.
«Camila Vallejo ha fama di giovane ribelle e anticonformista, ma a Cuba ha dimostrato un totale conformismo e una piena accondiscendenza alle idee del regime. Nel suo blog aveva scritto che Cuba non era una società perfetta, come non lo era il Cile, ma aveva aggiunto di provare rispetto per Cuba e soprattutto che a suo parere nell’Isola non esisteva repressione. Proprio di queste cose avrei voluto parlare con Camila, ma non è stato possibile».
La conclusione di Yoani ricalca le cose dette a proposito della visita del Papa. Camila, come Benedetto XVI, ha avuto tempo solo per Fidel Castro e per i dirigenti del Partito Comunista, ma non ha voluto ascoltare i giovani cubani che contestano un regime obsoleto.
«Mi spiace che Camila Vallejo non abbia voluto vedere la Cuba reale che io, molti amici blogger, le Damas de Blanco e tanti non conformi avremmo potuto mostrare», ha concluso Yoani.
Gordiano Lupi