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Gordiano Lupi. Buona giornata (2012) di Carlo Vanzina
07 Aprile 2012
 

Regia: Carlo Vanzina. Soggetto e Sceneggiatura: Enrico Vanzina, Carlo Vanzina. Produzione: Carlo ed Enrico Vanzina. Fotografia: Carlo Tafani. Montaggio: Raimondo Crociani. Scenografia: Tonino Zera. Costumi: Nicoletta Ercole. Musiche: Manuel De Sica. Interpreti: Diego Abatantuono, Lino Banfi, Vincenzo Salemme, Tosca D’Aquino, Maurizio Mattioli, Teresa Mannino, Christian De Sica, Paolo Conticini, Chiara Francini, Gabriele Cirilli, Mario Ierace, Daria Baykalova, Fabrizio Frizzi.

 

 

Buona giornata è uno dei migliori lavori realizzati dai Vanzina negli ultimi anni, uno spaccato di cialtroneria italica e di umane mancanze, interpreto da attori in forma e ben calati nella parte. Cinecolomba o cineuovo, come viene definito dalla stampa, il film di cassetta che esce nelle sale durante la settimana pasquale.

L’unità temporale di una giornata è l’esile collante che tiene unite sette storie che si svolgono in diverse città italiane e che compongono un film corale, una pellicola a episodi, con i protagonisti uniti soltanto da un imprevedibile finale. Christian De Sica è il conte spiantato che affitta la sua casa romana a una troupe cinematografica per girare una fiction, approfitta del catering, si fa invitare ai vernissage, ai funerali, ai compleanni, ovunque sia possibile scroccare qualcosa. In ogni caso resta nobile dentro e rifiuta le proposte di matrimonio di una mutandara arricchita che vende biancheria in un negozio del centro. De Sica è molto bravo alle prese con un personaggio stile conte Max, già portato al cinema dal padre e da lui stesso in un modesto remake. Lino Banfi è un politico corrotto che pur di evitare la galera porta a votare il collega di partito morto di infarto mentre faceva l’amore con un transessuale brasiliano. Banfi torna al vecchio personaggio lanciato nella commedia sexy, che parla un pugliese surreale e fonda la sua comicità in un umorismo a base di doppi sensi. Diego Abatantuono è un milanese che ha sposato una pugliese e si è trapiantato a Monopoli dove cerca di vendere - senza successo - assurdi prodotti informatici. Abatantuono è un padre assente, ridicolizzato dai figli, che non conosce e con i quali non parla, ma pure poco compreso dalla moglie che lo vorrebbe più virile e autoritario. I dialoghi in dialetto sono la parte più divertente di questo segmento, anche perché Abatantuono parla un perfetto milanese e si abbandona al vecchio personaggio del terrunciello solo nello scontro verbale finale con Lino Banfi. Vincenzo Salemme è un notaio che invita a casa propria una giovanissima escort russa (Baykalova), viene colto in flagrante dalla moglie (D’Aquino), spaccia la ragazza per una figlia ritrovata dopo vent’anni, ma alla fine viene scoperto e vengono fuori diverse storie di corna che fanno finire l’episodio tra bagarre e schiaffoni. Teresa Mannino è una manager incapace di vivere senza telefonino, computer e carte di credito, che un bel giorno si ritrova senza documenti alla stazione di Bologna, perché il treno è partito con il suo bagaglio. Rientra a Roma grazie a due suore ma viene scambiata per una profuga tunisina e rimpatriata d’urgenza con un gruppo di immigrati clandestini. Paolo Conticini è un tifoso della Fiorentina molto scaramantico che vuole ripetere la trasferta a Verona in maniera identica alla stagione precedente per veder vincere ancora una volta la sua squadra. L’episodio è ai limiti del farsesco, perché quando il tifoso si rende conto che l’anno precedente la compagna (Francini) l’aveva tradito con un veronese pretende che ripeta l’esperienza. Quando la Fiorentina va sotto di un goal telefona alla moglie e pretende che faccia due volte l’amore con il suo boy friend per far vincere la squadra del cuore. Maurizio Mattioli è un evasore fiscale incallito che fa la vita del nababbo ma non denuncia niente al fisco. Preavvisato sulla visita della Guardia di Finanza cerca di occultare le sue proprietà, ma sul più bello arriva il figlio in Ferrari e lui finisce a Rebibbia. Il finale vede la televisione come collante della storia, perché alcuni personaggi si ritrovano a giocare durante la trasmissione di Fabrizio Frizzi. La manager deve indovinare le identità dei concorrenti: notaio, conte, informatico e politico.

Sette episodi montati da un grande professionista come Raimondo Crociani che amalgama le storie con sapienza e abilità. Carlo ed Enrico Vanzina, aiutati da Diego Abatantuono, che scrive il proprio episodio, tratteggiano un quadro italico a tinte lievi, abbastanza realistico, senza scavare in profondità, come loro abitudine, ma con grande mestiere e rispetto dello spettatore. La commedia all’italiana classica viene citata a piene mani, sembra di sentire profumo di Steno, Mattoli, Mastrocinque, rivisitati in salsa moderna, sullo sfondo di un paese malconcio pieno di piccoli truffatori, ladruncoli e personaggi amorali. L’episodio interpretato da Salemme cita persino Filomena Marturano, il teatro di De Filippo e i romanzi russi. L’attore a un certo punto grida: “La vita che imita il teatro!”. Si ride senza eccessi, perché il cinema dei Vanzina è commedia e non farsa, le situazioni comiche sono prelevate dalla realtà e non sono mai troppo caricate. Carlo Vanzina afferma: «L’Italia di oggi è un po’ così e noi la raccontiamo descrivendo i vizi e le poche virtù di questi tipi topici, senza moralismi, senza assolverli, ma anche senza stigmatizzarli. Considerandoli, insomma, un contrappeso inevitabile alle durezze dei tempi. Durezze sociologiche e antropologiche, che da noi non cambiano mai. Siamo sempre dalle parti dell’arrangiarci».

Buona giornata, come ogni commedia, parte dalla realtà e fotografa l’Italia di oggi durante una giornata come tante, attraverso la vita di sette personaggi che fungono da cartina di tornasole per raccontare i nostri vizi. Molte citazioni da cinefili: Week-end con il morto, I tartassati, La mandragola, Il Marchese del Grillo e altre pellicole storiche.

Christian De Sica dimostra ancora una volta doti di attore comico in un gradito ritorno nel cinema dei Vanzina, a undici anni da Vacanze di Natale 2000. Lino Banfi e Diego Abatantuono sono eccellenti in due ruoli che sembrano fatti apposta per loro. Vincenzo Salemme e Tosca D’Aquino portano al cinema tutta la loro verve partenopea. Maurizio Mattioli è un divertente imbroglione romanesco. I due episodi più deboli vedono interpreti la Mannino e Conticini, anche se nel segmento del tifoso spicca una brava Chiara Francini. Accenni di commedia sexy con Daria Baykalova e Chiara Francini, ma pure nell’episodio interpretato da Banfi quando entrano in scena i transessuali brasiliani. Tutto resta nei limiti del film per famiglie. Un film on the road, che porta lo spettatore in giro per stupende location italiane: Firenze, Roma, Milano, Bologna, Napoli, Monopoli e Verona. Un ritratto credibile della nostra società che può essere appetibile anche sul mercato estero, ben fotografato da Carlo Tafani e dotato di un ottima colonna sonora scritta da Manuel De Sica.

 

Gordiano Lupi


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