Venerdì Santo, a ognuno le sue stazioni. Il Papa stasera celebra la Passione di Cristo al Colosseo, e migranti africani e dipendenti licenziati hanno fatto la loro via crucis oggi intorno a mezzogiorno alla stazione Termini. «Tutti noi rifugiati in un camper da otto mesi, no mangiare bene, no vestiti, no documenti» dice Daniel, nigeriano da cinque anni in Italia. «Per noi c’è problema per venire in Italia, tu paghi tasse per avere documenti, con nuova legge tu devi pagare 200 euro alla posta. Noi pagare questa tassa, tu non dai documenti, perché? Un altro problema è questo: quando noi siamo andati in Commissione per noi di colore hanno detto negativo, per migranti bianchi sì ai documenti. Che è successo? Noi stanchi, la vita non cammina bene. A casa non puoi mandare aiuto, no soldi, no niente, noi stare in Italia come in Africa». La manifestazione “per rivendicare i diritti dei migranti” non era autorizzata e il folto gruppo di giovani migranti rivolto verso via Giolitti fronteggiava in silenzio gli agenti della polizia schierati a ventaglio. Ma la tensione era alta da entrambe le parti, la scintilla pronta a partire.
Dall’altra parte, davanti all’ingresso della stazione, si svolgeva in contemporanea la manifestazione organizzata da CGIL, CISL e UIL contro il licenziamento di 43 lavoratori da parte dell’azienda Autogrill, una multinazionale che conta al suo attivo oltre 60 locali dislocati su Roma e paraggi. «Riteniamo ingiustificati questi licenziamenti e abbiamo richiesto all’azienda la ricollocazione dei lavoratori negli altri 62 ristoranti presenti a Roma o in alternativa la cassaintegrazione in deroga», spiega il segretario regionale della CGIL Gabriele Simoncini. «E l’azienda in tutti e due i casi ha risposto con un netto rifiuto, dimostrando la volontà di licenziare e basta». E magari «preferisce liberarsi di lavoratori con contatti stabili per fare posto a lavoratori utilizzati in forma precaria», come si può leggere sul volantino distribuito dai manifestanti. Bandierine e fischietti che sembrava una festa ed era invece l’ennesimo crollo di tante famiglie.
Da una parte un corpo giace, piedi nudi e neri dello sporco grasso di città, abbandonato lì come un fagotto dimenticato, una massa di stracci che respira appena e ti fa vergognare di questa società disumana.
Maria Lanciotti