I senatori Donatella Poretti e Marco Perduca stamani hanno depositato un’interrogazione sul caso della detenuta R.P. madre di un bimbo, attualmente sottoposta a custodia cautelare in carcere, che si è vista rigettare il ricorso presentato dai suoi avvocati prima dal Tribunale di Napoli e lo scorso mese di marzo dalla Cassazione. Le ragioni di tale rigetto sono riferibili alla nuova legge sulle detenute madri, che, in mancanza della completa attuazione del piano straordinario penitenziario, non potrà produrre i suoi effetti prima del 2014, e per queste ragioni le detenute madri nel frattempo non potranno usufruire di una pena più leggera e più consona alla condivisione del periodo coi loro figli, poiché gli istituti a custodia attenuata (Icam) non sono stati ancora regolamentati, seppure risultino avviati in forma sperimentale nella sola città di Milano.
La Cassazione critica aspramente la formulazione della legge sulle detenute madri approvata lo scorso anno, ravvisandone l’incostituzionalità e sottolineando che «sarebbe davvero paradossale ed in contrasto con più parametri di costituzionalità, far dipendere l’applicazione di un regime carcerario di indubbio favore dalla semplice esistenza e disponibilità di ‘posti’ presso una struttura sperimentale dell’amministrazione penitenziaria». E dire che a più riprese i radicali avevano denunciato che la legge fosse più che altro un vuoto manifesto, che troppo poco o quasi nulla metteva concretamente in atto per consentire nell'immediatezza condizioni più dignitose per le detenute madri e per far uscire i loro bambini dalle squallide celle dove esse scontano la pena. Non a caso, infatti, la delegazione Radicale espresse voto contrario in sede di approvazione di questa legge.
Oggi, a seguito delle critiche della Cassazione alla legge, si interroga dunque il Ministro della Giustizia, per sapere:
- se e come il Governo intenda reagire, adeguando le norme della legge sulle detenute madri, alla luce della sentenza della Corte di Cassazione;
- se il Governo comunque non condivida la necessità di rendere quanto prima operativa la legge del 2011;
- quando il Governo intenda dare completa attuazione al piano straordinario penitenziario con la previsione di apposita regolamentazione degli ICAM e conferimento delle relative risorse economiche di funzionamento;
- quando il Governo intenda emanare il decreto ministeriale che – ai sensi dell’articolo 4 della legge n. 62/2011 – entro centottanta giorni dalla data di sua entrata in vigore doveva, d’intesa con la Conferenza Stato-città e autonomie locali, determinare le caratteristiche tipologiche delle case famiglia protette previste dall’articolo 284 del codice di procedura penale e dagli articoli 47-ter e 47-quinquies della legge 26 luglio 1975, n. 354;
- quali siano tempi entro i quali il Governo intenda stipulare con gli enti locali convenzioni volte ad individuare le strutture idonee ad essere utilizzate come case famiglia protette, ai sensi del comma 2 dell’articolo 3 della medesima legge n. 62.
Qui il testo dell’interrogazione