Oswaldo Payá ha potuto partecipare alla messa del Papa in Piazza della Rivoluzione all'Avana, nonostante le attenzioni della polizia politica che ha sorvegliato la sua abitazione per l'intera giornata.
«Alla funzione religiosa erano state convocate molte persone che non avevano niente a che fare con la fede, ma c'era anche il popolo di Dio desideroso di ascoltare le parole del Santo Padre, ed è questa la cosa più importante», ha detto l'attivista cubano.
Payá si è rivolto ai dissidenti che non hanno potuto prendere parte alla messa per colpa dell'ondata di terrore che ha colpito l'Avana.
«I grandi assenti erano proprio i difensori dei diritti umani. Parlo di chi non ha avuto voce, ma solo disprezzo e repressione, le persone che difendono la riconciliazione, la pace e la libertà a Cuba».
Oswaldo Payá ha concluso: «Abbiamo pregato con il Santo Padre e i nostri cuori si sono aperti alla speranza. Come disse Giovanni Paolo II: dobbiamo essere protagonisti della nostra storia. La liberazione deve essere il compito principale del popolo cubano. Adesso con speranza maggiore perché in definitiva siamo molto vicini alla verità e alla liberazione. Questa è la nostra speranza».
Gordiano Lupi
Vignette
Il vignettista cubano Garrincha (in copertina) critica con ironia le persone ammesse a salutare il Papa...
I poliziotti scorrono l'elenco: – Vediamo... Quelle che volevano vedere il Papa, guardando in alto e dicendo addio.
– E con entusiasmo.
Le Damas de Blanco sono rimaste deluse, con i loro gladioli rossi in mano. Per loro non è stato trovato uno spazio, come non è stato trovato per i rappresentanti della società civile.
L'altra vignetta (in allegato) è di Omar Santana ed è senza parole. Il Cardinale Jaime Ortega saluta la partenza del Papa con giubilo. Lui è un sicuro vincitore.