Rom in Italia: tante parole, tante promesse da parte delle istituzioni, ma nessuna vera integrazione. Una persecuzione vergognosa, di cui non si parla neanche più. Milioni di euro ogni anno che svaniscono come neve al sole, senza benefici per questi nuclei familiari, con bambini e persone malate. I pochi amici dei diritti umani, che devolvono energie e risorse per le famiglie più in emergenza, non ce la fanno più. Ci si chiede a cosa serva blaterare tanto e scrivere tanto di antirazzismo, visto che è l'unico pensiero dominante, nel nostro paese. E come è dura, ogni giorno, ingoiare lacrime e frustrazione e obbligarsi a credere, a fare, a limitare i danni di questa barbarie senza fine.
Oggi mi ha scritto un'insegnante di Milano, disperata perché la sua allieva Rom romena e la sua famiglia non sanno più come andare avanti. I genitori e i fratelli, che si offrono “a metà stipendio” per i lavori più umili, non trovano alcuna opportunità. Non vi è sostegno sociale e l'elemosina non basta più. Il preside, gli insegnanti e noi aiuteremo ancora una volta questa famiglia, ma fino a quando lo potremo fare? Il problema è la discriminazione che impedisce ai Rom di lavorare.
Il Gruppo EveryOne segue numerose altre famiglie Rom romene e ogni mese è un dramma. Qualche giorno fa un “solerte” magistrato di Ancona ha comminato 9 mesi di carcere a Toma, patriarca Rom vecchio e malandato (il protagonista della mia poesia “Orfeo e Toma”), per aver brandito un bastone durante una discussione familiare, verso un Rom più giovane (gesto tipico, proprio da parte dei vecchi capifamiglia Rom, come del resto dei maestri Zen). Ora la moglie è sola, perché i figli grandi sono in Romania. Per Toma sarà davvero difficile sopravvivere a 9 mesi di prigione durissima.
Riusciremo a “far accadere” un altro miracolo? Chiederemo la grazia a Napolitano, il quale non ci risponderà neanche (non ci risponde mai)... È importante resistere, anche se è difficile, a volte addirittura desolante...
Roberto Malini