Piccolo vademecum
tratto da “Come si crea un comitato” [PDF] (Ruralpini.it)
Un gruppo di cittadini con obiettivi precisi e voglia di fare: tanto basta per incominciare senza formalità. Semplicemente trovando un nome, fissando gli obiettivi e riunendosi periodicamente.
Solo tempo e pazienza daranno risultati. Un Comitato si riunisce periodicamente per esaminare e discutere il da farsi. A coordinare le iniziative penseranno le persone più attive. Cercate sempre di distribuire il lavoro tra più persone e non stancatevi mai di cercare nuovi volontari da coinvolgere nelle attività principali.
Quando si ha a che fare con enti pubblici i colloqui sono importanti, ma ad avere valore sono soltanto gli atti scritti. Ponete per iscritto ogni richiesta e ogni domanda. Lo strumento è quello delle istanze: quando vengono presentate nella forma opportuna l’ente pubblico ha l’obbligo di rispondere entro sessanta giorni. Quando le risposte non sono chiare, o quando sono elusive, rinnovate la richiesta per iscritto dichiarandovi insoddisfatti della prima replica, definendola “inadeguata ed elusiva”. Talvolta la risposta non arriva. In questo caso, occorre sollecitarla con una lettera raccomandata, ponendo il termine di 15 giorni. Se il silenzio persiste, bisogna rivolgersi al Difensore Civico segnalando il problema.
È essenziale stabilire rapporti con la stampa locale per informare sulle iniziative e avere più ascolto. Per i buoni risultati della attività di un Comitato di Cittadini è essenziale impostare e mantenere buoni rapporti con stampa, radio e tv locali. Bisogna fornire sempre ai giornalisti informazioni trasparenti e puntuali sulla propria attività. Non prendetevela per il poco spazio che vi assegneranno o se il giornalista semplifica. Occorre accettare con serenità le scelte dell’informazione. Scegliete un portavoce. Le sue caratteristiche: sintesi, chiarezza capacità di dialogo e serenità anche nei momenti difficili.
È la burocrazia il vero unico nemico di un comitato. Il rovescio della medaglia è che gli obiettivi, se sono validi, possono essere sempre democraticamente raggiunti. Insistendo con argomenti validi e solidi e con il coinvolgimento dell’opinione pubblica, alla fine la burocrazia lentamente cederà.
Ad avere un ruolo davvero speciale è il Sindaco, cioè il primo cittadino. È lui a capo della Giunta, cioè dell’organismo che amministra il Comune. Chiamate il più possibile in causa il Sindaco, rimarcate continuamente le sue responsabilità amministrative e morali, coinvolgetelo nel confronto, specialmente in pubblico. Chiedetegli di “sposare” la vostra istanza.
Le Leggi consentono ai cittadini, tra le altre cose, di essere ascoltati in seduta pubblica. Questa possibilità si chiama audizione ed è un “istituto di partecipazione” garantito. Deve riguardare temi di specifica competenza di chi vi ascolta. La domanda conterrà l’oggetto del discorso che si vuole fare e la promessa di essere brevi. Tutti gli enti pubblici dovrebbero prevedere questo istituto di partecipazione.
I cittadini sono e restano del tutto liberi di manifestare pacificamente in luogo pubblico senza dover chiedere alcuna autorizzazione preventiva.
Diventa necessario, talvolta, ricorrere a strumenti un po’ forti per segnalare irregolarità da sbloccare. Uno strumento utile è l’esposto, particolarmente efficace, di regola, quando viene presentato alla magistratura. È diverso dalla denuncia, perché non fa rischiare eventuali querele per calunnia. L’esposto, lo dice il nome stesso, è un modo di esporre per iscritto quanto si conosce di una situazione, chiedendo di accertare se vi siano eventuali elementi di illegittimità e quindi – se del caso – di decidere un intervento.
Idee originali divertenti o allegre a volte valgono di più di proteste tradizionali arrabbiate e dure. A volte è utile, ma anche gratificante, inventarsi forme di protesta creative. Ottengono più spazio sui giornali, colpiscono di più l’opinione pubblica. Uno strumento molto “di moda” e alquanto efficace è l’uso dei video pubblicati su internet. Possono servire alla causa anche magliette stampate, calendari, gadget di qualsiasi tipo, volantini. Una iniziativa con toni irridenti, a volte, può essere utile per raccogliere consenso da parte di chi condivide le vostre idee ma non ama eccessi nella protesta.
Farsi notare conta nella realtà come su internet e porta attenzione alla vostra battaglia e al vostro comitato. Visibilità è una parola chiave per la vostra attività di Comitato. Far parlare di sé e del problema sollevato, tenere alta la tensione e costante l’attenzione, accrescere gli associati. Aprire un sito internet o un gruppo su Facebook aggiornandone di frequente i contenuti.
Buona partecipazione. (a cura di Luca Vitali)