La visita del papa a Cuba
per garantire il cambiamento
Libere elezioni entro un anno?
Raúl Castro avrebbe preso
il passaporto francese
Twitter parla ancora
della morte di Fidel Castro
La rivista Espacio Laical, dell'Arcidiocesi dell'Avana, ha pubblicato un editoriale molto duro nel numero uscito martedì 6 marzo, per chiedere di intraprendere «la strada patriottica dell'incontro, del dialogo e della riconciliazione tra cubani».
La ricorrenza dei 400 anni dall'apparizione della Vergine della Carità del Cobre, celebrata dalla visita di papa Benedetto XVI potrebbe essere l'occasione propizia.
Espacio Laical afferma che i risultati della Conferenza del Partito Comunista hanno provocato solo frustrazione nei cittadini cubani e che le attuali disposizioni non faranno uscire il paese dalla crisi profonda in cui è precipitato.
«Il popolo attende cambiamenti strutturali, promessi da Raúl Castro ma non attuati, profonde modificazioni del sistema in grado di scongiurare il ricorso alla violenza, ma di assicurare pluralismo e libere opinioni», dice Dagoberto Valdés, ex membro del Consiglio Laicale Pontificio ed ex direttore della rivista Vitral della Diocesi di Pinar del Río.
La prossima visita del Papa a Cuba dovrebbe servire a favorire il cambiamento, per garantire al più presto libere elezioni, sistema democratico e transizione verso una Cuba pluralista.
Espacio Laical scrive: «Il Papa ci aiuterà a trovare la strada del rinnovamento nazionale e ad aprire nuove porte per il cambiamento. Molto dipenderà dalla nostra capacità di essere all'altezza di una sfida così grande».
Il portavoce dell'Arcivescovo dell'Avana, Orlando Márquez, ha detto che «per provvidenza o coincidenza», la visita del papa cade in un momento di grande evoluzione per l'isola. «Il paese sta vivendo nuove dinamiche e la Chiesa sarà protagonista del cambiamento. Servirà il consenso di tutti i cubani per costruire una società nuova», ha concluso.
Non avevamo mai letto un editoriale di una rivista cattolica così rivoluzionario. La parte finale chiede agli Stati Uniti di contribuire al cambiamento cubano, togliendo un embargo definito «immorale, illegale e controproducente». Valdés cita le parole di Giovanni Paolo II: «I cubani devono essere protagonisti della loro storia».
La visita del Papa a Cuba potrebbe rappresentare un momento importante, anche se Yoani Sánchez non lo crede e pensa che sarà soltanto un incontro formale, a livello istituzionale, vissuto tra alte gerarchie. Voci ricorrenti dall'Isola parlano di un accordo tra Raúl Castro e il nunzio apostolico per favorire libere elezioni entro un anno e un effettivo cambiamento politico-sociale. Cuba è allo stremo delle forze, nessuno lavora più per lo Stato, si importa il 90% del fabbisogno nazionale e il Venezuela sembra non bastare più come sostegno economico. Si mormora che Raúl Castro sia preparato al peggio e che abbia già preso un salvacondotto francese per assicurarsi un dorato esilio. Saranno soltanto voci? Intanto su Twitter si continua a parlare della morte di Fidel... ma non è vero. Quando accadrà non ci crederà nessuno.
Gordiano Lupi