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Celeste Grossi. La Lombardia continua a fare scuola
29 Febbraio 2012
 

La scuola pubblica in Lombardia va irreversibilmente verso una deriva privatistica. Il disegno di legge presentato da Formigoni modifica le attuali Norme sul sistema educativo di istruzione e formazione della Regione Lombardia (Legge regionale n. 19/2006) istituendo concorsi di istituto a chiamata diretta. Uno strappo istituzionale nei confronti dell’unità del paese che farebbe saltare uno dei capisaldi del sistema nazionale di istruzione: il sistema di reclutamento.

Il comma 2 ter, che si chiede di aggiunger all’articolo 3 dice: «È ammesso a partecipare alla selezione il personale docente del comparto scuola che conosca e condivida il progetto e il patto per lo sviluppo professionale, che costituiscono parte integrante del bando di concorso di ciascun istituto scolastico». E il 2 quater aggiunge: «Le modalità di espletamento del bando di concorso sono definite, nel rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e pubblicità, con deliberazione della Giunta regionale». Come se bastassero la parola “imparzialità” bastasse a non essere parziali.

Molte le prese di posizione contrarie: da Susanna Camusso che «vorrebbe una scuola pubblica nazionale e laica dove poter rimettere le radici del Paese». (Camusso: «Sull’istruzione nessuna regione deve andare per suo conto»), ai Cip – Comitati insegnanti precari, «sconcertati dalle ultime proposte sul reclutamento dei docenti e sulla stantia ipotesi di chiamata diretta. In tal modo, invece di assumere secondo i meriti e l’esperienza accumulata, i docenti sarebbero scelti dai dirigenti scolastici senza alcuna garanzia di trasparenza e qualità». (Comunicato stampa dei Comitati Insegnanti Precari –CIP– sulla novità Formigoni/Aprea); dall’Unione Sindacale di Base (USB) a Domenico Pantaleo, segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGILReclutamento: il Ministro Profumo dimentica che in uno stato di diritto la Costituzione e le leggi vanno rispettate»).

E molti gli appelli. Riportiamo di seguito quello proposto dall’Associazione NonUnodiMeno che si è subito mobilitata: «Noi sottoscritti, che ci ispiriamo ai fondamenti costituzionali della scuola della repubblica, ci impegniamo a contrastare in tutte le sedi istituzionali e non tale disegno di legge e per questo ci rivolgiamo a tutti i soggetti che hanno a cuore le ragioni della scuola della costituzione affinché cresca in tutte le scuole, tra i docenti e gli studenti, il dibattito e l’opposizione a tale scelta che riteniamo del tutto inaccettabile».

Per aderire, inviare e-mail con nome, cognome e qualifica a: info@nonunodimeno.net, oppure telefonare al numero 328 4426705.

 

Celeste Grossi

(da école scuola pubblica, 28 febbraio 2012)


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