La scuola pubblica in Lombardia va irreversibilmente verso una deriva privatistica. Il disegno di legge presentato da Formigoni modifica le attuali Norme sul sistema educativo di istruzione e formazione della Regione Lombardia (Legge regionale n. 19/2006) istituendo concorsi di istituto a chiamata diretta. Uno strappo istituzionale nei confronti dell’unità del paese che farebbe saltare uno dei capisaldi del sistema nazionale di istruzione: il sistema di reclutamento.
Il comma 2 ter, che si chiede di aggiunger all’articolo 3 dice: «È ammesso a partecipare alla selezione il personale docente del comparto scuola che conosca e condivida il progetto e il patto per lo sviluppo professionale, che costituiscono parte integrante del bando di concorso di ciascun istituto scolastico». E il 2 quater aggiunge: «Le modalità di espletamento del bando di concorso sono definite, nel rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e pubblicità, con deliberazione della Giunta regionale». Come se bastassero la parola “imparzialità” bastasse a non essere parziali.
Molte le prese di posizione contrarie: da Susanna Camusso che «vorrebbe una scuola pubblica nazionale e laica dove poter rimettere le radici del Paese». (Camusso: «Sull’istruzione nessuna regione deve andare per suo conto»), ai Cip – Comitati insegnanti precari, «sconcertati dalle ultime proposte sul reclutamento dei docenti e sulla stantia ipotesi di chiamata diretta. In tal modo, invece di assumere secondo i meriti e l’esperienza accumulata, i docenti sarebbero scelti dai dirigenti scolastici senza alcuna garanzia di trasparenza e qualità». (Comunicato stampa dei Comitati Insegnanti Precari –CIP– sulla novità Formigoni/Aprea); dall’Unione Sindacale di Base (USB) a Domenico Pantaleo, segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL («Reclutamento: il Ministro Profumo dimentica che in uno stato di diritto la Costituzione e le leggi vanno rispettate»).
E molti gli appelli. Riportiamo di seguito quello proposto dall’Associazione NonUnodiMeno che si è subito mobilitata: «Noi sottoscritti, che ci ispiriamo ai fondamenti costituzionali della scuola della repubblica, ci impegniamo a contrastare in tutte le sedi istituzionali e non tale disegno di legge e per questo ci rivolgiamo a tutti i soggetti che hanno a cuore le ragioni della scuola della costituzione affinché cresca in tutte le scuole, tra i docenti e gli studenti, il dibattito e l’opposizione a tale scelta che riteniamo del tutto inaccettabile».
Per aderire, inviare e-mail con nome, cognome e qualifica a: info@nonunodimeno.net, oppure telefonare al numero 328 4426705.
Celeste Grossi
(da école scuola pubblica, 28 febbraio 2012)