Approfitto del CCCVa per diffondere una breve sintesi sulle ricorrenti proposte di soppressione del BIM, prospettiva a dir poco sciagurata per la nostra gente. Chi ne parla si guarda bene dall'approfondire l'argomento. Lo facesse, leggesse almeno il dossier da me predisposto e diffuso potrebbe convincersi che si tratta di una strada pericolosamente sbagliata. Non la si pensasse così, ci fosse qualcosa da eccepire sulla posizione da me sostenuta si convochi un incontro pubblico e si accetti la sfida. Su e con argomenti non a parole. Di seguito la nota.
Mentre la Valle è impegnata all'unisono – poche le eccezioni –, per rivendicare 'il diritto alla vita' dell'ente Provincia c'è anche chi pone aggiuntivamente il problema della soppressione delle CC.MM. e, qualcuno aggiunge, del BIM.
Abbiamo – no, hanno – commesso a suo tempo il grave errore di spezzare la Comunità unica di Valtellina facendolo pagare alla nostra gente. Non ci basta? Vogliamo commetterne uno ancora più grave sopprimendo il BIM?
Tempo fa questo tema fu trattato a lungo dal Consiglio Comunale del capoluogo. Chi scrive colse l'occasione e predispose un corposo dossier ben noto, diffuso nel Paese senza obiezioni ovunque, Roma compresa.
Mi rifaccio a tale dossier per ricordare che la titolarietà dei sovracanoni è totale ed assoluta dei Comuni. Neppure il legislatore nazionale può modificare tale status supportato da due sentenze della Corte Costituzionale che, salvo improbabilissimo radicale cambio di orientamento, agirebbe a tutela dei legittimi destinatari del sovracanone. Sarebbhe un micidiale errore mutare il regime dei sovracanoni, sottraendo la titolarità ai Comuni. Molti, certamente in buona fede, erano, e qualcuno lo è tuttora, convinti che sarebbe stato e sarebbe più razionale sopprimere i Consorzi e attribuirne o alle Comunità Montane o alle Province risorse e competenze. Sarebbe indebolire il diritto che oggi è inattaccabile. Non solo la Magistratura ordinaria ma addirittura la Corte Costituzionale è il baluardo eretto a difesa di questo diritto mentre il legislatore potrebbe intervenire, in questo caso con scarse possibilità di difesa, se i destinatari dei sovracanoni diventassero altri soggetti.
Inattaccabile, e perché? Accenno soltanto alla sentenza 533 del 2002 che, definendo la natura del sovracanone, lo attribuisce alla finanza locale. Anzi, giurisprudenza di legittimità, 'finanza comunale'. Nessuna competenza quindi delle Regioni. E ancora alla sua sentenza 38/1965 secondo la quale «la legge ha conferito ai comuni montani un diritto…». Revocare o ledere questo diritto potrebbe essere il sogno dei produttori idroelettrici. Una volta scardinato il sistema che vede beneficiario indissolubilmente solo il titolare del diritto, sistema come si è visto totalmente supportato dalla Corte Costituzionale, intervenire, modificare, condizionare diventerebbe possibile. Secondo suicidio.
I Consorzi BIM potrebbero essere sciolti solo se con la maggioranza prescritta i Comuni ne votassero lo scioglimento, posizione simile a quella del contadino che per farla ai passeri brucia il raccolto. Con il che si aprirebbe un altro capitolo, magari con i soldi fermi in Banca d'Italia per anni, anni e ancora anni!!!
Una volta compreso questo fondamentale asserto non si tratta di conservare sic et simpliciter. Le soluzioni operative si possono trovare perfino utilizzando una terza sentenza della Consulta, la 22/1976, e, in Valle magari tirando fuori dai cassetti – le buone idee reggono al logorio del tempo – la proposta avanzata dal BIM, presidente lo scrivente, quando la Provincia era in fase statutaria.
Alberto Frizziero
CCVa Comitato Cittadini Consumatori Valtellina
Per chi fosse interessato al dossier BIM,
qui la 17ª puntata, con i link a quelle precedenti