Bene che il decreto liberalizzazioni finalmente vada ad intaccare il mercato chiuso delle farmacie attraverso l'intervento sulla pianta organica riducendo significativamente da 5 mila a 3 mila il numero degli abitanti per aprire una farmacia. Numeri che secondo stime fornite dalla Commissione Sanità porterebbero all'apertura di nuove 7 mila farmacie.
Sarebbe auspicabile l'abolizione tout court della pianta organica come è avvenuto in Germania con una sentenza della Corte Costituzionale perché limitativa della libertà di mercato. In Italia, invece, la corporazione dei farmacisti titolari di farmacia ha cercato di impedire qualsiasi forma di liberalizzazione pur chiesta ripetutamente dall'Autorità per la Concorrenza e il Mercato.
Oggi il decreto per le liberalizzazioni va nella strada giusta di rivedere la pianta organica, eppure per i nuovi concorsi che le Regioni dovranno indire occorrerà prevedere una norma per le parafarmacie.
Giovani farmacisti che hanno creduto in una legge dello Stato (le liberalizzazioni di Bersani) e hanno investito capitale umano ed economico e hanno aperto esercizi commerciali non potranno essere ora inutilmente penalizzati da una nuova legge. Se nuove farmacie ci saranno alcune potranno essere la mera trasformazione delle parafarmacie in farmacie, hanno già i locali, alcuni farmacisti e i farmacisti titolari, titoli non validi per partecipare ai concorsi per l'assegnazione di nuove farmacie, che si vedrebbero infatti bypassati da dipendenti di farmacie. In questo caso la creazione di una “riserva” dei nuovi esercizi sarebbe un atto dovuto da parte del legislatore. In questa direzione con il senatore Marco Perduca presenteremo degli emendamenti.
Donatella Poretti
A questo link il mio intervento in Commissione Sanità