Il governo cubano nega a Yoani Sánchez il permesso di viaggio per recarsi in Brasile
04 Febbraio 2012
Il governo cubano è tornato a negare il permesso di uscita dal paese a Yoani Sánchez, che in questa occasione lo aveva chiesto per recarsi in Brasile dove era stata invitata alla presentazione di un documentario. La stessa blogger ha reso noto tramite Twitter questo diciannovesimo rifiuto a una richiesta di concessione di permesso per uscire dal suo paese.
«Nessuna sorpresa. Continuano a negarmi il permesso di uscita», scrive Yoani Sánchez.
Yoani Sánchez era stata invitata dal regista Claudio Galvao da Silva, autore di Conexión Cuba-Honduras, documentario che affronta il tema della repressione della libertà di espressione nell’isola caraibica e durante il colpo di Stato che nel 2009 depose il presidente honduregno Manuel Zelaya. La blogger aveva inviato una lettera alla presidentessa brasiliana, Dilma Rousseff, per chiedere di intercedere con Raúl Castro, ma non è servita a niente. I motivi economici che legano i due paesi sono stati più importanti delle idee socialdemocratiche della Rousseff. Il Brasile ha concesso il visto di ingresso alla blogger, ma il governo cubano non ha seguito lo stesso ragionamento.
Yoani ha continuato a protestare su Twitter: «A che serve costruire un porto grande e moderno come quello di Mariel (con capitale brasiliano, nda) se non potremo usarlo liberamente? Hanno arrestato di nuovo Guillermo Fariñas - premio Sacharov 2010 - il nostro governo segue la stesa routine, nella repressione dei diritti e nel negare il permesso di uscita. Raúl Castro è in viaggio verso il Venezuela e a me non mi lasciano viaggiare. Cose tipiche del totalitarismo! Mi sento come una persona sequestrata da qualcuno che non ascolta e che non dà spiegazioni. Il nostro governo indossa un passamontagna e tiene la pistola alla cintura. Non conosce l’articolo 13 della Dichiarazione dei Diritti Umani. Ringrazio tutti coloro che hanno inviato messaggi di solidarietà dopo questo nuovo divieto di viaggiare deciso dal governo».
Tra l’altro, sull'audio qui sotto riportato, si può sentire la registrazione del colloquio con il funzionario che ha negato il permesso.