Periodo di grandi commiati, questo, per il mondo letterario.
Si è spenta il 1° febbraio 2012 a Cracovia la poetessa e filologa polacca Wisława Szymborska (foto), premio Nobel per la letteratura nel 1996. Era nata a Kórnik, il 2 luglio del 1923. Le sue poesie sono tradotte e lette in tutto il mondo. Tra le sue opere, ricordiamo Appello allo Yeti, Sale, Gente sul Ponte, Uno spasso, Due punti.
Apro una “pagina bianca” in onore di questa grande poetessa. Come accaduto con altri artisti della scrittura che ci hanno lasciato, questo piccolo “tributo” vuole essere appunto un omaggio, ma anche un’occasione per far conoscere Wisława Szymborska a chi non ha ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.
Chiedo a tutti di contribuire lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione, un verso, una sua poesia, informazioni biografiche… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare la Szymborska e la sua produzione poetica.
Sul post, un articolo pubblicato su La Stampa e alcuni video che ho selezionato su YouTube.
Ringrazio in anticipo tutti coloro che, con il loro contributo, riempiranno questo spazio di contenuti. Qui il link.
E, come sempre, grazie per l'attenzione!
Nella puntata di “Letteratitudine in Fm” di oggi venerdì 3 febbraio (h 12:30 circa) torna a trovarci Dacia Maraini. Discuteremo del suo nuovo libro La grande festa (Rizzoli): una dolcissima riflessione sulla morte, ma anche un ritratto memorabile di sé che mescola affetti privati e pubblici, felicità e dolore. Il ricordo della sorella Yuki, del padre Fosco, di Alberto Moravia, di Giuseppe Moretti, di Maria Callas e di Pier Paolo Pasolini.
La seconda parte della puntata è dedicata alla memoria dello scrittore Vincenzo Consolo, scomparso il 21 gennaio scorso.
Troverete informazioni (e la possibilità di ascoltare le precedenti puntate) cliccando su questo link.
Ricordo che “Letteratitudine in Fm” va in onda di in tre fasce orarie: venerdì, h 12:30; martedì, h 20:30; mercoledì, h 10:00.
Massimo Maugeri
Devo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.
La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l’amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.
Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come una meridiana,
capisco
ciò che l’amore non capisce,
perdono
ciò che l’amore mai perdonerebbe.
Da un incontro a una lettera
passa non un’eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.
I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.
E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che trovi sui ogni atlante.
È merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perché mobile.
Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.
“Non devo loro nulla” –
direbbe l’amore
sulla questione aperta.
Wislawa Szymborska