Sono un semplice cittadino e desidero citare alcuni fatti che ho visto e sentito riguardo l’assunzione di psicofarmaci.
A due mie colleghe di lavoro, avendo avuto dei problemi tipo ansie, depressioni, cose che possono colpire un po’ tutti, erano stati prescritti degli psicofarmaci che – detto poi da loro stesse – avevano creato più problemi, come sentirsi “intontite” e “drogate”, e nessuna soluzione ai loro stati psicologici.
Nella mia zona, in alcune case di riposo, ho visto personalmente molti anziani dallo sguardo assente e movimenti simili a robot, cui vengono somministrati giornalmente dosi di psicofarmaci; tra l’altro basta leggere sulle istruzioni d’uso gli effetti collaterali e ci si rende conto di cosa si ha tra le mani.
E cosa ancora più vergognosa, ho sentito recentemente la notizia dell'autorizzazione alla prescrizione di psicofarmaci devastanti, tipo Prozac, a bambini fin dagli 8 anni di età!
Ma da che mondo è mondo le persone hanno sempre vissuto momenti di frustrazione più o meno intensa, o momenti difficili, ma non per questo si risolvevano con le pillole.
Ora io mi chiedo: ma è mai possibile che adesso le emozioni del vivere la psichiatria le abbia ridefinite come malattie mentali a tutti gli stadi di età? Mi sembra molto stupido ridurre gli stati d'animo a malattie, è come se si volesse creare l'idea di un mondo malato e fornire le pastiglie per curarlo; ma con le “pastiglie”" non si va lontani, anzi forse è meglio restare un po' svegli e rendersi conto di ciò che sta accadendo per affrontarlo meglio. La cosa che mi preoccupa è vedere che vengono colpiti anche anziani e bambini che spetta a noi difendere, magari anche con un po' d'aiuto da parte delle istituzioni.
Franco Veronese