Sono una mamma di due splendidi ragazzi, ma soprattutto nonna di una bellissima nipotina dell’età di tre anni e in queste due vesti volevo comunicare, attraverso questa mia lettera, la mia grande preoccupazione interiore e il mio disaccordo circa l’autorizzazione e l’approvazione alla somministrazione dell’antidepressivo Prozac anche ai minori ed ai bambini di almeno 8 anni di età.
Quando facevo la mamma ricordo che anche i miei figli a volte, nella loro infanzia e durante l’adolescenza, hanno avuto momenti in cui erano tristi, depressi, come si usa dire adesso, e i motivi scatenanti erano i più svariati: un voto brutto a scuola, un voltafaccia dell’amico del cuore, l’essere stati lasciati dalla ragazza, una perdita, che causava in loro un temporaneo calo d’interesse nella vita di tutti i giorni, pianti e insonnia; ma io e mio marito, armati di amore, comprensione e tanta pazienza e buona volontà, siamo sempre riusciti a calarci nella loro realtà e ad aiutarli ad affrontare i problemi che di volta in volta si presentavano, per poi risolverli nel migliore dei modi. Ora sono adulti, lavorano, hanno una famiglia e vivono la vita! Con i loro alti e bassi, come tutte le persone del mondo! Gli stati d’animo non sono malattie!
Ho già sentito parlare di questo antidepressivo nel passato e so che è stato al centro di pesanti polemiche in America per i suoi molteplici e pericolosissimi effetti collaterali, tra i quali agitazione, cambiamento nel comportamento, ideazione suicidiaria e omicida… e per essere stato collegato a episodi di cronaca, ricordo in particolare alcune stragi scolastiche commesse da adolescenti in cura da antidepressivi.
Concludo la mia lettera gridando a gran voce: “No alla prescrizione degli psicofarmaci ai bambini!”.
Così facendo, uccideremo la loro naturale vitalità, la luce dei loro occhi, uccideremo il loro ed il nostro futuro! Continuerò a fare la nonna, amando la mia nipotina, non avvelenandola!
Agnese Ferri