Il 19 Gennaio 2012 si è tenuta a Palazzo Chigi la presentazione degli eventi previsti per il 'Giorno della Memoria' che sarà celebrato il 27 gennaio 2012. Il giorno della Memoria «non è una stanca ritualità come tante volte divengono gli anniversari», ha detto nell'occasione il ministro per la Cooperazione internazionale e l'integrazione Andrea Riccardi. «Troppo drammatica e viva è la memoria della Shoah perché questo giorno si spenga nella ripetizione. Non si vogliono promuovere celebrazioni ufficiali ma la nostra linea è quella di recepire tutti quei fermenti culturali e memoriali che rielaborano la realtà della Shoah e la ripropongono». Il ministro Riccardi ha voluto incontrare il co-presidente del Gruppo EveryOne Roberto Malini, il quale ha recentemente donato al Museo Nazionale della Shoah di Roma una collezione che comprende oltre 170 opere d'arte realizzate da artisti ebrei assassinati nei campi di sterminio o sopravvissuti alla Shoah: «Il governo italiano le è molto grato per questa donazione, che arricchisce enormemente il patrimonio di memoria conservato nel nostro paese», ha detto Riccardi a Malini, il quale gli ha raccontato come è nato e come si è sviluppato negli anni il progetto “Artisti dell'Olocausto”, che ha recuperato opere fondamentali per comprendere l'arte e la cultura del popolo ebreo in Europa prima della persecuzione nazista e durante l'Olocausto.
Gran parte delle opere degli artisti ebrei perseguitati dal regime hitleriano sono andate distrutte. Quelle sopravvissute lo devono ai casi più fortuiti. A partire dal dopoguerra alcuni nuclei di esse sono stati riuniti, spesso a seguito di faticose ricerche, nei musei sorti in Israele, in Europa e in America per conservare la memoria del genocidio del popolo ebraico. Solo un certo numero di quegli artisti ha dunque potuto essere riconosciuto e valorizzato. Molte personalità sono state cancellate dalla memoria storica e della loro produzione non rimane più alcuna traccia; di altri è forse ancora possibile reperire qualche superstite testimonianza. Questo è il compito che si è dato Roberto Malini il quale, con un tenace lavoro di recupero lungo oltre un decennio, è riuscito a raccogliere un nucleo di circa 170 opere eseguite da artisti che perirono nei lager oppure da sopravvissuti alla persecuzione. Uomini che lavorarono tra mille privazioni, umiliazioni e tormenti nei campi di concentramento o nella clandestinità.
Chi si avvicinasse a questa collezione pensando di trovarvi anzitutto delle preziose testimonianze dell’epoca in cui sono state prodotte, rimarrà sorpreso dalla elevata qualità artistica di ogni singolo pezzo. Una parte di essi risale al periodo precedente allo sterminio (anni Venti e Trenta), altre si collocano invece negli anni cruciali delle deportazioni e altre ancora nell’immediato dopoguerra. La ricerca di Roberto Malini ha fatto emergere dall’oscurità maestri di notevole spessore, come Eugeniusz Aleksandroski, Jacob Vassover, Tamara Deuel, nomi non ancora acquisiti dalla storia dell’arte.
Di altri, già noti alla letteratura artistica, sono stati rinvenuti nuovi lavori: Shimon Balicki, Simcha Nornberg, Yehoshua Grossbard, Herbert Sandberg, Yehuda Bacon, Leo Kahn, Samuel Bak, Moshe Fishon, Moshe Chauwski, Leonard Bernstein, Fiszel Zber (Fiszel Zylberberg), Halina Olomucki, Esther Lurie, Regina Mudlak, Moshe Kupferman, Aldo Carpi e Simon Natan Karczmar.
Infine completano la collezione opere grafiche conosciute di artisti noti: Leo Haas, Anatoli Kaplan, Richard Grune, Rudolph (Rudy) Lehmann e Hermann Struck.
L’intera raccolta viene donata al Museo della Shoah di Roma, andando a costituire l’unica collezione di arte della Shoah attualmente presente nel territorio nazionale. Dipinti, disegni e incisioni che, con i segni e i colori della memoria, testimoniano lo sterminio di milioni di esseri umani. Carol Morganti (curatrice della collezione)