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Cave. Così la Provincia a proposito della “maglia nera” assegnata da “Legambiente” alla Valmalenco
18 Agosto 2006
 

Con riferimento alle affermazioni contenute nel comunicato stampa di Legambiente sull’assegnazione della “bandiera nera” alla Valmalenco, e successivamente riprese dagli organi di stampa, la Provincia respinge con sdegno le insinuazioni e le illazioni sull’operato del Servizio Cave. «Non comprendiamo il gratuito e immotivato attacco di Legambiente ai nostri uffici», dichiara il vicepresidente Gildo De Gianni, «che svolgono un serio e onesto lavoro operando nei termini di legge con assoluta diligenza. Accettiamo le critiche di natura politica, ma non possiamo tollerare che il buon nome e il lavoro dei nostri dipendenti vengano messi in discussione o, peggio, associati a comportamenti non corretti. Da parte nostra non possiamo che rassicurare tutti sul lavoro svolto dal Servizio Cave e sull’integrità morale dei nostri dipendenti che operano entro i limiti imposti dalla legislazione vigente».

La nota stampa di Legambiente – così prosegue il comunicato diramato oggi dall'Amministrazione provinciale – palesa evidenti inesattezze sul ruolo e sulle competenze che la legge attribuisce agli enti pubblici in materia di cave. Per una corretta informazione si precisa che la Provincia è tenuta ad occuparsi della pianificazione dell’attività estrattiva mediante l’adozione e la formazione di piani provinciali, provvede al rilascio dell’autorizzazione all’attività estrattiva, su richiesta fornisce assistenza tecnica ai Comuni ed interviene in materia di vigilanza qualora essi non vi provvedano. Le funzioni di vigilanza sono limitate alla prevenzione degli infortuni sul lavoro e al miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori nelle cave. La legge regionale delega invece ai Comuni l’esecuzione d’ufficio delle opere di recupero ambientale. L’autorizzazione per l’esercizio della coltivazione viene rilasciata dalla Provincia a seguito della presentazione di un progetto comprensivo delle opere per il riassetto ambientale dell’area interessata dallo scavo che la ditta è tenuta a eseguire a proprie spese e a garantire con un’apposita fideiussione. L’importo viene calcolato dalla Provincia secondo i parametri fissati dalla Regione. Le ditte versano annualmente al Comune i diritti di escavazione secondo le tariffe previste in base alla tipologia delle pietre cavate. A norma di legge queste somme devono essere prioritariamente utilizzate dai Comuni che le incassano per la realizzazione delle infrastrutture e degli interventi pubblici di recupero ambientale delle zone interessate. Il Servizio Cave della Provincia, nelle persone del suo responsabile, del geologo e del perito minerario, seppure nei limiti imposti dalle limitate risorse in termini finanziari e di organico, ha sempre fornito supporto tecnico a tutti i Comuni che ne hanno fatto richiesta, andando incontro alle loro esigenze specifiche ed effettuando sopralluoghi ben oltre i loro specifici compiti.


 
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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