Leggendo le liriche della silloge “Desideri”, in breve numero ma di forte spessore lirico, si trova una summa della nota poetessa nonché scrittrice Antonia Izzi Rufo: una analisi di Sé, dei suoi desideri, dei suoi progetti spesso realizzati, spesso infranti, ma con il coraggio di non arrendersi alle manchevolezze dell’esistenza e, nonostante tutto, vi leggiamo un auspicio di gran forza etica per questo mondo involgarito.
In “Desideri” troviamo la sua anima splendida, anelante a risolvere la malvagità e il male che attanaglia l’esser umano. La nostra ci dice che vorrebbe fare ciò che fece Gesù ma è attanagliata dall’impotenza, è solo un essere umano, non ha capacità teurgiche, divine… È quasi un'implorazione, tanto è vera e sentita, e vi collego un aforisma di Pessoa: «non sono niente/ non sarò mai niente/ non posso volere d’esser niente/ ma a parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo». I grandi si coniugano, si legano, si declinano, parlano dell’ordito dell’animo umano e ti costringono a riflettere, a meditare… Ma il dire se stessa, cogliendo il tessuto originario dell’essere umano come un prisma trasparente, filtrato da ogni colore dell’iride continua, implacabilmente, (si veda Quest’ansia, che le comprime il petto, bloccandole il respiro mentre la mente accatasta pensieri su pensieri… «cancella il sorriso/ dall’anima e dal viso»).
È vero che Izzi Rufo usa le parole: la poesia è parola che colpisce, è verbum che trafigge tramite intuizione lirica e in Quel Rosso è davvero una penna magistrale.
E in tante altre si avverte l’incanto di una poetessa vera e quel desiderio di riunirsi al grembo materno, commuovendoci, smuovendo le nostre anime impigrite… E si alternano le stagioni felici del Tempo di ciliegie per citarne che una… Ogni sfaccettatura è analiticamente colta e trasformata in sublimi versi:
Se il mondo sostasse,
Eternamente,
nella pace della notte che dirada
e si svegliasse soltanto
per sorridere all’alba che sorge (Se il mondo)
È un desiderio di pace colto nella sua essenzialità, che rivela tutta la soavità e dolcezza della nostra Poetessa: è luce per gli animi stanchi, esausti… E la verità che si legge in L’amore dei sogni, nella tristissima A te. Ottima l’immagine leggiadra, come in un quadro del Rinascimento Toscano, che incontriamo in Correvo con lo zefiro. Chiude la breve silloge, il taccuino di bordo del suo animo nobile, la consapevolezza della morte (di COLEI, la chiama)… Ancora una volta Antonia Izzi Rufo ci spiazza, ci commuove, ci alleggerisce le pene in quel suo turbinio d’emozioni che solo le anime belle sanno cogliere e regalarci a piene mani. Grazie, signora, amica mia e spero che Il fiat lux s’avveri per tutti, soprattutto per coloro che soffrono, sono tormentati. Altro non so dirle, preso dal fascino di uno spirito eletto come lei. Lo sa che non è piaggeria, ci conosciamo da molto tempo -Non rinunci agli “sprint” nell’azzurrità.
Enrico Marco Cipollini
Antonia Izzi Rufo, “Desideri”
in Quaderni letterari Il Croco, dicembre 2011