Scrivo questo ultimo post dell'anno 2011, innanzitutto per augurare un buon anno nuovo a chi mi legge. Speriamo che il 2012 confermi le cose belle, le conquiste ottenute nel 2011, ma che nello stesso tempo annulli le cose brutte, tante, che in questo anno ormai tramontato sono nate: crisi, guerre, tensioni, odi e razzismi...
Non si può dire se quest'anno è stato bello o brutto. È il tempo che ce lo dirà.
Ci sono state le grandi speranze create dalle primavere arabe e da tutti i movimenti attraverso il mondo che ne hanno seguito l'esempio. Ma nello stesso tempo c'è la guerra tra poveri ovunque, l'offensiva da parte dei grandi poteri economici e militari per non perdere il controllo dell'area e del mondo. La guerra in Libia e la crisi in Costa d'Avorio hanno confermato che le potenze della Nato non hanno intenzione di mollare né l'Africa né il Medio Oriente. Le tensioni intorno all'Iran e alla Siria ci fanno temere il peggio.
Poi c'è la crisi. Questa crisi che sta mangiando fette sempre più grosse di economia detta “reale” ma non intacca di un grammo il potere delle economie speculative.
Anzi, sembra stia portando, ovunque, i padroni di quel tipo di economia anche verso il potere politico. Come una affermazione definitiva della supremazia della borghesia “borsaiola” sulle vecchie famiglie di industriali. Questo ovviamente quando non sono le stesse famiglie di industriali che hanno capito dove soffia il vento e hanno saputo adattarsi.
Ma la crisi non è sempre una brutta cosa. Dipende cosa se ne fa. Anzi la crisi è spesso un segnale, una reazione del corpo per dire: così non si può andare avanti. È una occasione di cambiare, di lavorare per la guarigione
È ovvio che se ci ostiniamo ad andare avanti così, rafforzando proprio quelli elementi che hanno portato il mondo alla rovina, ovviamente, il futuro si annuncia buio, molto buio.
Ma ovunque ci sono segni che dicono che la gente comune non ci sta più. Manifestazioni, scioperi, Indignados, primavera araba, anche nei paesi amici della Nato, anche dove i media internazionali non lo raccontano. Ci sono contatti tra i movimenti che prima erano inesistenti, ci sono nuove modalità di fare movimento... C'è gente che nella capitale mondiale della speculazione finanziaria va e protesta mostrando chiaramente qual'è il problema di base. Ogni crollo della borsa è presentato come una catastrofe e si fa di tutto per farla ripartire. Loro dicono che la borsa deve crollare tutta. Basta. Se non crolla la borsa, crolla il mondo.
E siccome il mondo non ha nessuna voglia di crollare, è tutto un bollore.
L'arrivo dei finanzieri al potere, le banche ree di aver inventato la crisi a tavolino che comandano agli stati cosa fare e cosa non fare. Il sacrificio che fa piangere i ministri del welfare ma che è richiesto solo a chi già stenta a sbarcare il lunario, le guerre umanitarie per accaparrasi di sempre più pozzi di petrolio... Sarà tutto questo solo un ultimo colpo di coda di una bestia che sta morendo?
Speriamo! Noi staremo a vedere.
E comunque l'umanità ne ha visto di peggio e se l'è sempre cavata alla fine. Ed eccola qui, sempre presente, anzi, più numerosa che mai.
Quindi buon anno 2012. E se i mai avessero ragione e che questo fosse l'ultimo... Allora vi auguro sin da adesso: buona fine a tutti! Perché visti i miei ritmi non credo che potrò postare un ultimo pezzo sul blog poco prima dell'apocalisse.
Karim Metref
(da Divagazioni?, 30 dicembre 2011)