Il Presidente Monti ha ragione quando afferma che non esiste consolidamento sostenibile dei conti pubblici se il Pil non cresce adeguatamente, ponendo questa filosofia di fondo come premessa all'azione del suo governo.
Da radicale non posso che applaudire – finalmente! – le iniziative annunciate da Monti in alcuni settori ancora carichi di antiche bardature e incrostazioni che hanno rappresentato un vero freno alla modernizzazione del paese. Penso al mercato del lavoro dove le tutele ci devono essere ma in una prospettiva di maggiore flessibilità, quindi ben venga una riforma che chiediamo da anni basata sulla flexsecurity e sulla revisione degli ammortizzatori sociali, e che miri a colmare il fossato che si è creato, e che continua ad allargarsi in maniera drammatica, tra garantiti e non garantiti.
Penso all'apertura dei mercati ad una reale concorrenza e alle liberalizzazioni, a partire dalle professioni, tra l'altro passando da un regime chiuso basato sulle tariffe ad un regime più aperto basato sui prezzi, e dei servizi locali, dai trasporti all'energia, liberalizzazioni e successive privatizzazioni che vanno appoggiate con forza. Penso alla fondamentale velocizzazione e snellimento della giustizia civile per non disincentivare gli investimenti stranieri.
Penso, infine, al capitolo ricerca e valorizzazione del capitale umano come volano di crescita che reputo essenziale. Senza dimenticare che questa ampia azione deve avvenire nel quadro di una politica economica complessiva decisa a livello europeo, e in linea con l'accordo internazionale che sarà sottoscritto dai paesi dell'eurogruppo in marzo e che riguarderà anzitutto la disciplina di bilancio e politica fiscale comune. E con la consapevolezza che il cammino non sarà breve e che occorrerà il convinto sostegno da parte delle forze politiche che appoggiano il governo per portarlo a termine.
Visto l'orizzonte temporale che si è posto questo governo e che l'economia non è l'alfa e l'omega della sua azione, come ha detto Monti, mi attendo maggiori precisazioni su come intende muoversi sui grandi temi di politica estera, a cominciare dalle aree di crisi mediterranee e medio-orientali, che sono state sostanzialmente ignorate nella presentazione di oggi.
Emma Bonino
Fonte: Radicali.it, 29/12/2011