Decisamente originale l'idea di Mario Donadoni, 42enne trevigliese, una laurea in storia nel cassetto (ma tirata fuori con utile regolarità), fotografo e grafico, studioso del paesaggio lombardo e dei suoi corsi d'acqua. L'idea, dunque... un viaggio in mongolfiera sorvolando l'Adda da Lecco al Po. E proprio L'Adda da Lecco al Po. Viaggio lungo il fiume in mongolfiera è il titolo del magnifico libro da poco uscito (pp. 188, Editore Ulrico Hoepli Milano, euro 39) su quest'esperienza di volo ed esplorazione geografico-culturale.
L'apparato fotografico è appagante se non meraviglioso, la visione, inusuale, consente di cogliere particolari altrimenti con difficoltà definibili. Lago, fiume, ancora lago; Scavarsi il cammino nella roccia; Dighe, centrali e fabbriche; Senza più ostacoli: la bassa pianura: sono i titoli dei capitoli che compongono il volume che sonda ogni aspetto collegato alla diuturna presenza del fiume (313 km di lunghezza dalle sue sorgenti nelle Alpi Retiche) e alla vita che accanto vi si è svolta e con esso scorre.
Il senso dell'acqua dei pescatori, storie di ponti, tram che andavano ad acqua, il Castello di Trezzo e la cattiva fama di Bernabò Visconti, il Villaggio di Crespi d'Adda, rarissimo esempio di capacità imprenditoriale, razionalizzazione delle risorse e convinta filantropia, la storia della canapa in Italia, le battaglie di Cassano d'Adda, le sorgenti di pianura (qualcosa di assolutamente geniale per come l'uomo ha saputo sfruttarle nel pieno rispetto dell'ambiente), il ponte dove Napoleone s'immaginò imperatore, il pozzo numero I di Caviaga, Gerundo il lago scomparso e la leggenda del drago (uno storione gigante?)... C'è di che sbizzarrirsi nel seguire gli itinerari del pallone dolcemente guidati dal vento. Sotto la vista dell'autore nella cesta e, infine, nostra si dipanano abitati, paludi, canali, terreni coltivati che, colti dal cielo, creano mirabili disegni ed effetti visivi, cascine abbandonate che conservano parvenze di vita (potenza del genius loci!), laghetti artificiali, oasi naturalistiche, isolette e isolotti, cave, canali, ville, rocche e torri, centrali idroelettriche (spettacolare la Taccani di Trezzo sull'Adda). Natura e opera dell'uomo s'integrano come non sarebbe pensabile.
Come non stupirsi poi, godendo di tanta bellezza, di fronte al Ponte San Michele tra Paderno e Calusco d'Adda? O innanzi alle rapide del fiume tra Paderno e Cornate d'Adda, al Santuario Madonna della Rocchetta di Cornate d'Adda, alla Casa del custode delle acque di Vaprio d'Adda, ai bastioni stellati di Pizzighettone? Commuove lo spettacolo della pianura innevata, così come il frutto del lavoro contadino che forgia con sudore e amore il paesaggio, con esiti, guardando dal cielo, artistici.
Foto, abbiam detto, tante e di gran valore formale, ma anche il testo, fra didascalie e schede, è ricco e stimolante. Ce lo spiega chiaramente l'autore nella sua introduzione: «Tuttavia questo libro non è fatto solo di immagini, è fatto anche di parole, parole che raccontano storie. Le storie hanno introdotto, in questa rappresentazione della complessità funzionale del sistema fiume-pianura, l'elemento del tempo. La vista a volo d'uccello ha significato la percezione sincronica di questa complessità, la possibilità di vedere il paesaggio come un intreccio di ordito e trama, frutto di un paziente lavoro di tessitura durato millenni. Un tessuto composto da vicende umane, individuali e collettive, di economia, politiche, guerre. Un po' come se ogni uomo, vissuto in questa pianura, avesse lasciato un segno, intrecciato un filo».
Alberto Figliolia