Ho partecipato come osservatore, e per la prima volta, al Congresso del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito. Volevo capire dal di dentro una realtà politica che non ha eguali in Italia e nel mondo intero.
Siamo abituati a considerare la politica dal piccolo orizzonte di casa nostra, non siamo abituati a guardare un palmo più in là del nostro naso. Questo limite non ci consente di nutrire la nostra mente di ciò che accade intorno a noi, vicino o lontano che sia, e ci impedisce di contribuire con profitto al progresso della società umana.
I Radicali d'Italia cercano da decenni di rimediare a questa carenza. Lo fanno ispirandosi al metodo politico del grande Mahatma Gandhi e ponendo alla base della loro azione la Nonviolenza. Per la verità il grande apostolo della liberazione dell'India dallo impero britannico era stato ispirato in gioventù dal nostro Giuseppe Mazzini, fatto che in Italia è ignoto alla gran parte della gente, ma che risulta con chiarezza dalla storia, e, partendo da quel pensiero, elaborò la teoria dell'azione politica che lo portò alla vittoria.
Anche Pannella viene da quel filone, e non capisco perché nella sua lunga elaborazione di idee politiche concrete al servizio della democrazia e dei diritti civili non cita mai Mazzini che ne fu il più grande assertore del XIX secolo. La costituzione della Repubblica Romana del 1849 contiene tutti i principi fondamentali su cui si basa il sistema democratico nella forma istituzionale di Repubblica e nel rispetto dei diritti civili, cose per le quali Pannella si batte. Quella costituzione, voluta e ispirata dal Mazzini, rappresenta il primo esempio nel mondo di costituzione democratica, ancora oggi purtroppo lettera morta anche in Italia pur essendo stata trasferita nel 1948 nella nostra costituzione vigente, carenza che Pannella opportunamente definisce come la Peste italiana.
Per capire l'importanza della politica radicale in Italia bisogna liberarsi del paraocchi che limita agli italiani di guardare al di là della politica nazionale. Mazzini e Gandhi non guardavano solo all'Italia. La loro azione politica concreta fu limitata solo dai fatti contingenti della storia a guardare ai loro paesi, ma il loro pensiero e la loro azione mirava a trasferirsi in tutto il mondo perché i principi ai quali si ispiravano tendevano alla elevazione del genere umano a prescindere dalla loro collocazione geografica e dal colore della pelle.
L'arco della vita non consentì loro di applicarsi alla espansione delle loro idee, riuscirono solo a vedere, sia pure con forme non perfette, l'obiettivo principale del loro impegno, la nascita di due stati nazionali: l'Italia e l'India moderne. Mazzini addirittura Esule in Patria.
Successivamente il loro anelito alla libertà e alla democrazia subì una netta regressione. Presero il sopravvento gli interessi materiali che ben presto hanno soffocato il rispetto dei diritti civili anche nelle nazioni più progredite.
I Radicali italiani, che si proclamano fin dalla nascita militanti della democrazia e dei diritti civili, con la costituzione del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito hanno voluto riprendere il filone tracciato dai due grandi uomini del passato.
Hanno capito nel dopoguerra che, nel mondo che intanto si globalizzava a passi veloci, se non si voleva essere travolti dall'egoismo individuale bisognava guardare a tutto il globo e difendere la democrazia per far argine non solo alle dittature, ma contro ogni comportamento dell'uomo che vada contro l'uomo ed i suoi diritti fondamentali, cosa che purtroppo accade anche in paesi non dittatoriali.
Un partito nonviolento, che guardi oltre lo stato nazionale e che superi lo strumento di partito tradizionale abituato a guardare solo a casa propria.
Un disegno ambizioso che guarda al mondo intero, la cui salvezza può essere realizzata solo quando democrazia e diritti civili saranno correttamente applicati in tutto il mondo. Un mondo ideale, come ideali erano le visioni del mondo di Mazzini e di Gandhi.
La sala della seconda sessione del 39° congresso di questo partito che si è svolto dall'8 all'11 dicembre a Roma era la dimostrazione visiva e sostanziale di questo obiettivo. Settecento congressisti provenienti da 45 paesi hanno dibattuto a tutto tondo ogni tema riguardante la democrazia e i diritti civili ed hanno raccontato quel che succede nel loro paesi su questi temi. Era rappresentato tutto il mondo e tutte le razze. Ma non c'erano coloro che oggi stanno al potere, c'erano solo i difensori di quei diritti. Coloro che per difenderli spesso sono fatti oggetto di ostracismo e di persecuzioni. Testimonianze vere di ciò che accade realmente, non interventi propagandistici a protezione del potere.
Abbiano ascoltato uno spaccato di ciò che avviene nel mondo da mano sicura, senza il filtro della stampa compiacente, che dimostra come l'intuizione dei dirigenti di questo Partito sia stata felice e che oggi, più che mai, vada sostenuta e portata avanti con determinazione. Abbiamo ascoltato la voce di personaggi che le cronache mondiali difficilmente menzioneranno se non per fatti eclatanti che li riguardino direttamente, ma che vivono intensamente le loro realtà, che sono venuti a Roma a loro spese per rendere testimonianza in nome della speranza. Abbiano ascoltato Blanca, una venezuelana che vive da 47 anni in Italia, figlia di una importante esponente politica del suo paese, dire che non poteva accettare la sua candidatura a presidente onoraria del PRNTT, proposta da qualcuno, perché non avrebbe potuto partecipare per mancanza di possibilità economiche. Ha anche confessato in pubblico che per pagare l'iscrizione al partito ha istituito un salvadanaio nel quale durante l'anno può mettere solo gli spiccioli che al 31 dicembre non sempre bastano per pagarla.
È questa la stoffa dei congressisti del Partito Nonviolento Transnazionale Transpartito! Potremmo dire che essa è frutto della fede e della speranza. E pensare che in Italia i partiti politici gli iscritti li fanno anche copiando i nomi dall'elenco telefonico.
Un evento di tal genere avrebbe dovuto tenere banco sui giornali italiani, se non altro perché una tale assise si svolgeva in Italia che, per tali presenze, si caratterizzava come evento mondiale difficilmente ripetibile altrove. Ma così non è stato. I nostri giornali, foraggiati da privati per interessi di bottega e da leggi nazionali che erogano agli editori i nostri soldi per tenersi buoni i giornalisti, hanno quasi ignorato il congresso. C'è una sola difesa contro costoro: boicottarne le vendite.
Marco Pannella ed Emma Bonino oggi rappresentano la punta di diamante di questa pattuglia di generosi che invitano il genere umano a non mollare. Ma accanto a loro ci sono altri giovani quadri che dimostrano di aver raggiunta la maturità per portare avanti questo disegno.
Il congresso ha eletto Segretario del Partito (questo si che si può scrivere con la P maiuscola) un giovane avvocato del Mali, un paese centroafricano dove le istituzioni democratiche sono penetrate positivamente. È Demba Traoré, trentanove anni, spostato con 4 figli, giurista, ex parlamentare del Mali, presidente della Commissione parlamentare di Giustizia e Giudice presso l'Alta Corte, una scelta degna dell'impegno e dei fini del PRNTT.
Certamente un uomo coraggioso. Un uomo come lui oggi, specie qui da noi, si darebbe a curare la propria immagine ed i propri interessi di carriera. Demba Traoré, militante dei diritti civili, andrà invece a dedicare il suo tempo, le sue energie e anche parte delle sue entrate a coloro che vedono violati i diritti fondamentali e che soffrono persecuzioni. Viene dal Mali, certamente non uno dei paesi più evoluti in senso moderno del mondo, ma che ha certamente nei germi della propria cultura molto da insegnare anche a noi europei.
Sono veramente contento di aver dedicato questi quattro giorni al congresso del PRNTT e sono grato a tutti coloro che lo hanno ideato e reso possibile. Ne esco certamente arricchito e desidero partecipare agli altri questa mia soddisfazione.
Gianfranco Paris
(da Notizie Radicali, 13 dicembre 2011)